Nvidia ha ufficializzato l’accordo con SoftBank per l’acquisto di ARM, società produttrice di chip, per una cifra complessiva di 40 miliardi di dollari, circa 33 miliardi di euro, tra denaro liquido e azioni.

Dopo alcune indiscrezioni e indizi attorno ad una possibile acquisizione di ARM da parte di Nvidia, la società americana è uscita allo scoperto ufficializzando l’operazione miliardaria. SoftBank, la società giapponese ormai ex proprietaria di ARM, otterrà in cambio 21 miliardi di dollari in azioni Nvidia, 12 miliardi in denaro, 5 miliardi legati alle prestazioni finanziarie di ARC e 1,5 miliardi in capitale netto.

L’operazione porterà SoftBank a possedere tra il 6,7% e l’8,1% delle azioni Nvidia. La transazione deve ancora essere approvata da diverse agenzie per la concorrenza, tra cui quella europea, quella britannica e quella statunitense.

ARM diventerà una divisione di Nvidia, la quale ha promesso che non cambierà il modo di lavorare della società appena acquisita. Nonostante le rassicurazioni però, dagli ambienti dei maggiori clienti ARM filtra una certa preoccupazione. Ad alimentare l’incertezza riguardo l’operazione si aggiunge un retroscena politico: il passaggio di ARM ad una compagnia statunitense potrebbe indispettire la Cina, da tempo in rotta con il governo USA su questioni tecnologiche.

Nvidia ha anche annunciato che manterrà la sede di ARC nel Regno Unito. Inoltre svilupperà un centro di ricerca di eccellenza in collaborazione con l’università di Cambridge.

Ma anche in mezzo a queste preoccupazioni l’amministratore delegato di Nvidia Jensen Huang si è detto ottimista:

L’IA è la tecnologia più potente del nostro tempo e ha dato il via ad una nuova era per i computer. Nei prossimi anni miliardi di computer gestiti da IA creeranno un nuovo internet delle cose, immensamente più grande dell’attuale internet delle persone. La combinazione di queste due aziende creerà un’entità pronta per questa nuova era dell’IA”

Questa acquisizione cambierà il mondo della tecnologia, creando un nuovo colosso e nuove dinamiche di potere. Ammesso che le agenzie per la concorrenza approvino.