Archiviata la seconda stagione di The Boys, Amazon Prime Video torna ad aggiornare il proprio catalogo con nuove proposte. In arrivo il prossimo 30 Ottobre 2020, Utopia è forse una delle produzioni più interessanti del mese, un po’ più per la sua storia travagliata che per la sua iniziale esecuzione.
L’intero progetto è infatti un adattamento americano di una serie britannica andata in onda nel 2014 su Channel 4 per ben 2 stagioni, prima della sua cancellazione. Acquistata inizialmente da HBO, la serie non è mai stata prodotta per problemi di budget, permettendo ad Amazon di scongelarla nell’Aprile 2018. Ho avuto la possibilità di guardare ben 7 episodi in anteprima, ad eccezione dell’ottavo ed ultimo episodio che compone la prima stagione in arrivo. Riuscirà questo particolare cospiracy thriller a scongiurare il demone del fallimento?
Ritorno al Passato
Ricordate l’almanacco sportivo al centro di Ritorno al Futuro Parte 2? Adesso prendete il libretto di Biff Tannen e riempitelo di avvenimenti catastrofici, dalle guerre imminenti alle pandemie globali fino ad arrivare all’estinzione della razza umana. Ecco, Utopia è proprio quello, un fumetto perduto con al suo interno la fine del mondo. Questo stato di leggenda metropolitana è la chiave che mette in moto le vicende della serie e unisce i vari personaggi e le loro storie.
Da una parte abbiamo un gruppo di giovani ragazzi appassionati che, dopo il ritrovamento di Utopia, cercano con ogni mezzo a loro disposizione di scoprire la verità nascosta all’interno delle pagine di questa Mystery Box™ cruda e violenta e in grado di generare una vera e propria caccia al tesoro tra fanatici del fumetto e non. In poco tempo, l’avventura di Becky (Ashleigh LaThrop), Ian (Dan Byrd), Samantha (Jessica Rothe), Wilson Wilson (Desmin Borges) e Grant (Javon Walton) cambia completamente toni e ritmo fino a farli ritrovare faccia a faccia con la protagonista del fumetto, Jessica Hyde (Sasha Lane). Ma attenzione, come dice il detto: “non incontrare mai i tuoi eroi”.
Dall’altro lato della sceneggiatura, la serie assume toni da medical drama, facendo ruotare questa seconda plotline attorno ad una singolare epidemia infantile e letale, riconoscibile attraverso un altrettanto strana irritazione a forma di T che va a svilupparsi sulla fronte dell’infetto. E mentre centinaia di bambini perdono la vita, il virologo Michael Stearns (Rainn Wilson) sembra avere in mano la chiave per il vaccino, mentre la ChristieLab di Kevin Christie (John Cusack) si ritrova all’interno di uno scandalo legato al virus.
E sebbene le interazioni tra i protagonisti più giovani culminino in sequenze e dialoghi interessanti, soprattutto con il personaggio di Jessica Hyde – una vera e propria “wild card” indecifrabile durante i primi episodi – la parte con protagonista il Dr. Stearns è la vera star di Utopia, mettendo in risalto sia il personaggio del virologo ed i suoi ostacoli sia l’anima cospirativa della serie.
L’apocalisse della scrittura
Con una premessa del genere, dovrebbero esserci i presupposti per una serie di spessore e godibile per lo spettatore no? Purtroppo, l’intero lavoro dello showrunner Gillian Flynn potrebbe finire a gambe all’aria per colpa della sceneggiatura stessa e di alcune scelte che per ora, senza aver visto il finale, non mi rendono soddisfatto della visione. Alcune delle azioni che portano avanti la trama risultano forzate e sembrano uscire da un episodio qualsiasi dei Looney Tunes. Stonano un po’ troppo con i toni seri e verosimili della serie. Alcuni colpi di scena invece risultano ben scritti ed appaganti per lo spettatore attento ai dettagli, mentre altri possono risultare un po’ troppo prevedibli e poi, nel peggiore dei casi, possono uscire dal cappello magico senza alcun nesso logico o senza quelle scene di intermezzo che permettono al cerchio di chiudersi.
Quello che ho percepito durante la visione di Utopia è un bisogno morboso di scioccare lo spettatore, con twist ad-hoc messi lì per forzare sul viso di quest’ultimo l’espressione da “Oh My God!” che porta tanti click e fa volare la serie nella sezione Tranding sui vari social. E certo, ci sono serie in grado di affinare e perfezionare quest’arte, ma al momento – a meno che il finale riesca a dare un senso a tutto quello che si è visto – Utopia non è una di quelle.