Truth Seekers è una nuova serie di Amazon Prime co-creata da Nick Frost, Simon Pegg, James Serafinowicz e Nat Saunders. Nick Frost e Simon Pegg compongono un duo comico ormai celebre, specialmente grazie alla trilogia del Cornetto di Edgar Wright, che esplorava diversi generi in chiave satirica, ma senza mai sminuirli.

Come intuibile dalla loro partecipazione al progetto, Truth Seekers è una commedia che si tinge di horror usando come spunto le comunità internet interessate all’occulto e al soprannaturale, che sfociano spesso nelle teorie del complotto. Questo legame è evidente sin dalla prima (e sfortunatamente una delle poche) scena con i due amiconi: Dave (Simon Pegg) è un manager di Smyle, grossa compagnia specializzata nel futuristico 6G, e sta sostanzialmente forzando Gus (Nick Frost), tecnico di router, a prendere un giovane sotto la sua ala per insegnarli il mestiere. Fortemente contrario Gus lamenta di avere già abbastanza pesi morti sulle spalle, ma alla fine cede, e facciamo così la conoscenza di Elton (Samson Kayo), che stava assistendo in silenzio dall’angolo. Ma la scorza dura di Gus non regge a lungo, e ben presto si aprirà al novellino, tanto da coinvolgerlo nel suo hobby e in quella che lui considera la sua vocazione: trovare e filmare evidenze di fenomeni sovrannaturali. Poco importa che fino ad ora non abbia raccolto un bel niente. Parallelamente viene introdotta anche Astrid, una giovane donna di cui non sappiamo ancora nulla, tranne il fatto che è perseguitata da orribili apparizioni. Parte del cast principale anche Susie Wokoma e l’immenso Malcom McDowell, che interpreta l’attempato padre di Gus, reduce dalla recente scoperta di internet e dei social network.

Elton è il nostro stand-in e il punto di vista da cui ci approcciamo al mondo di Gus, fatto di improbabili esperti e teorie del complotto, di rilevatori di ectoplasmi e vlog, il tutto mentre porta avanti, nelle sue stesse parole, “il lavoro più noioso del mondo”. In realtà è proprio grazie al loro impiego che Gus ed Elton vestiranno i panni di “Truth Seekers” facendo scoperte interessanti, visto che ogni richiesta di assistenza sembra improvvisamente legata in qualche modo a manifestazioni sovrannaturali. La chimica tra i due protagonisti c’è e funziona (anche se la mancanza di Simon Pegg è vistosa e innegabile), partendo un po’ sottotono ma stabilizzandosi in tempo per l’arrivo di Astrid. Il loro ruolo comunque viene abbastanza ridimensionato andando avanti negli episodi: pur restando i protagonisti viene ceduto molto screen time al resto del cast, fortunatamente anche a Malcom McDowell, il cui personaggio sembrava inizialmente una sorta di cameo.

Truth Seekers è un prodotto interessante, ottimo dal punto di vista tecnico, con eccellenti effetti speciali (o che almeno sembrano tali sullo schermo di un pc), tranne qualche vistosa eccezione. Ma soprattutto, pur senza il genio di Edgar Wright dietro, mantiene il giusto equilibro tra commedia ed elementi horror, che escono rafforzati dalla commistione dei due. Le performance sono fantastiche, over the top ma senza eccedere, anche qui consolidando il tono che lo show sembra ricercare, senza sbilanciarsi troppo in nessuno dei due sensi. Eccellenti anche le musiche di Robin Foster, specialmente l’outro dei titoli di coda, inquietante e intrigante in egual misura. Non voglio fare alcuno spoiler sulla trama, parte bene e finisce un po’ meno bene, dalla quinta puntata accelera e ha qualche problema di pacing ma dà il giusto spazio ai personaggi, tanto che un veterano della commedia come Nick Frost non è costantemente il centro dell’attenzione. La più grande delusione è stata la scarsità di scene con Simon Pegg, che (almeno per ora) è sostanzialmente relegato in un ruolo secondario, ma c’è ancora tempo per essere piacevolmente sorpresi in una possibile seconda stagione. Le scenografie risultano a volte non particolarmente inspirate, così come i segmenti girati a mano dai personaggi, ma potrebbe anche essere una scelta degli autori per rimarcare la dozzinalità di molti “content creator” che si occupano di fenomeni paranormali. La fotografia in alcune scene è inspiegabilmente sovraesposta, e si abusa largamente del lense flare in alcune inquadrature.

Le otto puntate di Truth Seekers sono introdotte da flashback riferiti ad eventi che forniscono un contesto generale sul mondo e uno particolare per la puntata in questione, conferendo una natura quasi antologica al tutto, o se non altro dando più spessore alla trama verticale. Questa narrazione episodica è anche la maggiore fonte di payoff, visto che dopo quattro episodi che si limitano a mettere in moto la vicenda ne seguono altri quattro che la chiudono in modo non proprio egregio. Gli elementi horror non sono certo rivoluzionari, ma non lasciano nemmeno uno spiacevole senso di già visto, si tratta comunque di un approccio caratteristico e non dozzinale alla materia. La gestione degli elementi horror stessi mantiene un certo aplomb inglese anche nei momenti più concitati, tenendosi ben lontani dallo stile parodistico tipo delle produzioni americane.

Tutto sommato sono rimasto positivamente colpito da Truth Seekers, una produzione modesta con molti alti e qualche basso, ma che in fondo riesce ad intrattenere su più livelli lo spettatore. Consiglio vivamente la visione in lingua originale: gli attori lo meritano assolutamente.