La truculenta discesa – o ascesa? – del Doomguy nelle viscere della realtà demoniaca che plasma il sanguinario universo creato da id Software sembra ancora ben lontana dal suo epilogo. I fatti avvenuti in DOOM Eternal non hanno infatti messo la parola “fine” agli eventi di cui siamo stati testimoni e una sfida ancor più grande ci attende dall’altro capo del nostro fucile a pompa. I primi minuti di Ancient Gods imbastiscono un pretesto per tornare a falciare qualsiasi cosa si presenti su schermo, e sembra anche abbastanza solido come spunto narrativo ma è pur vero che qualsiasi cosa ci avrebbe convinti a imbracciare nuovamente le armi infatti, dopo qualche istante, tutto diventa un brusio di sottofondo mentre nel cranio si conficca un mantra sotto forma di domanda: Ok, quando si spara? I tre, lunghi, livelli che scandiscono questo DLC, che è solo l’incipit del pacchetto espansione all’interno dello Year One Pass, vedono gli equilibri del Creato traballare fortemente, proprio in seguito agli atti compiuti durante la campagna principale di Eternal. Questo contenuto è inoltre “stand alone”, essendo così disponibile all’acquisto senza necessariamente possedere il gioco base. Nonostante sia lodevole da parte di Bethesda adottare questo approccio nei confronti dei giocatori, è altamente sconsigliato approcciarsi a The Ancient Gods senza aver prima terminato il gioco base, poiché questo DLC non solo ci mette a disposizione sin dall’inizio tutto il pacchetto di armi, potenziamenti e rune a disposizione a livello massimo ma innalza la curva di difficoltà della campagna come se il gioco non si fosse mai interrotto dopo la boss fight finale di DOOM Eternal. Sarebbe realmente scellerato dunque imbarcarsi in questa odissea infernale senza aver metabolizzato e padroneggiato ogni meccanica di Eternal e, soprattutto, aver domato la sua ferocia. Onestamente però, anche i giocatori già navigati troveranno un tasso di sfida più che arduo, in alcuni frangenti quasi insostenibile ma, come sempre, incredibilmente appagante.

DOOM Eternal: The Ancient Gods - Part One & Update 3 Release Notes

Più le cose cambiano…

Sembra non esserci riposo per lo Slayer, né sembra che lui ne abbia alcuna necessità, silenzioso e implacabile avanza come un’inarrestabile macchina di morte, pronto a imbarcarsi per una nuova missione che permetterà di salvare la Terra una volta per tutte e mettere a tacere per sempre demoni e Maykr, una piaga dal quale sembra non esserci scampo. Il viaggio che ci attende è impervio sin dalle prime battute e risulta chiaro che il team di sviluppo non voglia fare alcuno sconto al giocatore, lanciandoci in mezzo a un’ordalia di sangue e pallottole più aspra che mai. Ritornare nel mondo di DOOM è un dolce naufragio ma i primi minuti risultano un po’ spiazzanti considerato il livello di sfida presente in questo DLC e sebbene si (ri)prenda la mano abbastanza in fretta con i ritmi che muovono la splendida e macabra danza che scandisce i combattimenti, il primo approccio è dannatamente tosto. Il circolo vizioso che  porta a sfruttare tutte le armi e le abilità dello Slayer ci mette giusto qualche minuto a intrappolare il giocatore e divorarlo in un vortice di divertimento, morte e ultra-violenza. L’assortimento di nemici viene così schierato sul campo con combinazioni al limite del sadismo, creando scontri ancora più serrati, punitivi e in cui il margine di errore diventa sempre più stretto. Non solo, il “bestiario” di Eternal si arricchisce con tre nuovi avversari: Le Torrette, La Maykr del Sangue e gli Spiriti. Nel primo caso ci troviamo di fronte a un semplice demone ambientale in grado di colpirci da grande distanza tramite un bulbo oculare che si rivela anche il suo unico punto debole e necessita di almeno due colpi di precisione per essere distrutto, una spina nel fianco fastidiosa sicuramente ma non così ingerente da preoccuparci quanto le altre due nuove minacce messe in campo da id Software. La Maykr del Sangue risulta molto più ostica come avversaria se non messa a tacere subito, fortunatamente mentre esegue i suoi devastanti attacchi si scopre, e nei pochi istanti in cui non è al riparo dal suo scudo energetico insormontabile è possibile zittirla per sempre con un singolo headshot, sempre che non ci uccida prima, s’intende. In coda, troviamo gli spiriti, che vengono proposti solo nell’ultimo dei tre quadri e che risultano la proposta più interessante del lotto, in grado di cambiare sensibilmente le nostre strategie in battaglia. Questi demoni ambientali risultano incredibilmente fastidiosi grazie alla possibilità di possedere altri demoni e potenziarli considerevolmente, rendendoli immuni al congelamento per esempio, impedendoci di neutralizzare i loro punti deboli e aumentando sensibilmente l’ammontare di danni in grado di procurarci. Non solo, una volta ucciso “l’ospite”, lo spirito perderà qualche secondo per cercare un nuovo demone in cui addentrarsi e in quei pochi secondi a disposizione è necessario imbracciare il nostro cannone a micro-onde e farli esplodere in un tripudio di urla strazianti. Ucciderli dunque ci scopre sensibilmente, il cannone richiede tempo per funzionare completamente e certo gli altri nemici non restano a guardare mentre noi cuociamo a puntino il loro subdolo alleato e costringerci a battere in ritirata. Pertanto, è necessario aguzzare l’ingegno, perché concentrarsi immediatamente sui nemici posseduti può rivelarsi una strategia totalmente inconcludente se non addirittura controproducente.

Doom Eternal: The Ancient Gods Part One Review: Too Much Of A Good Thing | Xenocell.com

Le cornici nelle quali si svolgono gli avvenimenti presentano sempre un level design adeguato, anche se privo dei guizzi della campagna principale e forse un po’ più pigri, ma sempre perfettamente adatti alla loro funzione di arene. The Ancient Gods in questa sua prima metà accantona un po’ le fasi platform, che trovano forse il loro giusto equilibrio adesso, essendo sì presenti e abbastanza ben studiate, ma meno “invadenti” che in passato. Si crea dunque un ritmo pressoché perfetto, funestato solo da una curva di difficoltà non sempre adeguata che in più di un’occasione sembra forzatamente crudele, risultando grottescamente sbilanciata. Al netto di questi picchi di difficoltà e del blasfemo turpiloquio che ne consegue, l’incedere dell’avventura rimane magnetico e stimolante, tenendo sempre alta l’attenzione del giocatore e la voglia mettere a segno il prossimo proiettile.

Doom Eternal: Ancient Gods - All Codex, Rune Key & Secret Locations | The Blood Swamps - Gameranx

Demonpunk 

Sorvolando su un primo livello non particolarmente stimolante in termini artistici, The Ancient Gods presenta panorami molto intriganti, soprattutto nelle Paludi Sanguinarie che contraddistinguono il quadro di intermezzo, regalando scorci eccezionali e mostrando nuovamente la forza di un motore un po’ attempato ma comunque perfettamente al passo nella sua ultima incarnazione che risponde al nome di id Tech 7, in grado di creare un quadro visivo eccezionale, soprattutto nel colpo d’occhio. I tre atti riescono dunque a differenziarsi egregiamente e creare piccolo gioielli visivi, anche e soprattutto negli smembramenti più truci e morbosi a opera dello Slayer. La colonna sonora, che purtroppo non può più contare sul mitico Mick Gordon, risulta comunque incalzante e martellante il tanto che basta per darci la giusta adrenalina e calarci nel mood di una vera Sentinella della Notte, dandoci realmente l’illusione di incarnare l’essere più potente dell’universo.

The Doom Eternal DLC will deliver “what people wanted” – plus more Marauders | PCGamesN

To Be Continued

Come già specificato nella recensione, DOOM Eternal era ed è un gioco eccezionale che sfiora costantemente la perfezione. The Ancient Gods in questa sua prima venuta conferma questa affermazione e rilancia, dandoci nuovi contenuti e promettendone altri ancora, con un supporto davvero invidiabile per una produzione di questo tipo. A seconda della difficoltà e del grado di completamento, ci si può impiegare dalle 4 alle 8 ore circa per sviscerare tutti i contenuti di questo DLC che, pur con qualche sbavatura,  si rivela una buona aggiunta, imprescindibile per tutti gli amanti del titolo Bethesda. Non ci sono armi nuove, e questo un po’ spiace, perché il potenziamento del Doomguy arriva solamente tramite le tre nuove rune legati agli altrettanti Cancelli Slayer presenti nell’espansione, raffreddando quindi la possibilità di potenziarsi ulteriormente, ma è anche vero che andare ad aggiungere ulteriori bocche da fuoco o abilità potrebbe andare a rompere un equilibrio che a oggi risulta pressoché perfetto, di conseguenza non si può parlare di un difetto vero e proprio. La Boss Fight continua sulla falsariga delle precedenti ma aggiusta, fortunatamente, un po’ il tiro risultando sicuramente più riuscita. Insomma, se siete diventati apostoli dello Slayer, la vostra fede non crollerà e anzi, troverete conforto nel nuovo testamento di DOOM Eternal, proprio grazie a quelle antiche divinità che continuano a tormentare il Cosmo.