Se dovessi utilizzare un termine per definire Chicken Police, sarebbe il modello ideale per un biglietto da visita del Game Designer. Certo: The Wild Gentlemen non è uno studio indipendente gestito da persone inesperte, bensì da veterani in grado di lavorare all’interno di varie produzioni Tripla A come per esempio The Witcher 3, Call of Duty, Crysis e tanti altri; ciononostante, la scelta di produrre un’avventura grafica, un genere che a livello di programmazione richiede uno sforzo minore rispetto ad altri generi, ha permesso al team di controbilanciare la semplicità della formula di gameplay con una direzione artistica originale e attualmente poco ricercata nel nostro mercato. Ma torniamo all’inizio di tutto, cerchiamo di raccogliere tutti gli indizi possibili e risolviamo il mistero: Chicken Police è un prodotto valido nonostante la sua semplicità?
Agente 00-Gallo
La storia di Chicken Police è ambientata durante i festeggiamenti della notte di Capodanno nella città di Clawville, una città animale descritta come un vero e proprio inferno, dove predatori e prede vivono insieme nonostante l’espansione della criminalità organizzata e del pregiudizio tra razze. Tornato a casa dopo una pattuglia notturna, l’agente Sonny Featherland riceve la visita della femme fatale Deborah che, facendo le veci della signora Natasha Catzenko, incarica il detective di indagare su alcune minacce indirizzate a quest’ultima. Questo nuovo caso lo porta a riavvicinarsi al suo ex-collega Marty MacChicken e ad affrontare gli spettri del suo passato. Nel corso delle indagini, il detective entra in contatto con diverse figure influenti di Clawville, come Ibn Wessler, amante della Catzenko e boss indiscusso della città, fino a portarlo alla scoperta dei segreti più oscuri e proibiti della metropoli.
Come già visto in altri prodotti d’intrattenimento come il film Disney Zootropolis o meglio ancora nel più recente anime giapponese Beastars, l’idea di inserire creature animali all’interno di un contesto sociale verosimile al nostro, con tanto di città, paesi ed istituzioni a loro dedicate sulla carta è interessante. Questo stratagemma in qualche modo ci permette di criticare e riflettere sull’essere umano – non solo come individuo singolo ma anche come società, è però una sorta di azzardo. Può venir bene o può venir fuori come un bait per furry. In Chicken Police, purtroppo o per fortuna, l’elemento antropomorfo svolge una funzione meramente estetica, che nel caso più estremo rimarca il carattere dominante dei personaggi o permette alle cutscene di sfruttare qualche metafora ben pensata, ma nient’altro. Parlando dei personaggi, non possiamo non menzionare il rapporto tra i due polliziotti Sonny e Marty. Ad inizio gioco il loro rapporto esiste già ma, per via di uno screzio terminato con una sparatoria, è irrimediabilmente compromesso. Ovviamente, ripristinare un rapporto di fiducia non è mai semplice e nel corso dei capitoli il giocatore può tranquillamente aspettarsi uno scontro tra i due attraverso battutine, occhiatacce o addirittura aggressioni verbali. A tutto questo, si aggiunge anche il rapporto tra Sonny ed il suo passato con l’ex-moglie Molly. Senza scendere nello spoiler, questo tema risulta essere un tasto un po’ troppo dolente per il nostro protagonista che, come qualsiasi persona particolarmente suscettibile, reagisce d’istinto se toccato.
Clawville: una città insanguinata
Per quanto riguarda la parte ludica del gioco, il gameplay di Chicken Police è suddiviso in tre fasi: l’esplorazione dell’ambiente, la raccolta delle varie prove sparse al suo interno e per ultimo, ma non meno importante, la risoluzione del caso. Parlando dell’esplorazione, in pieno stile avventura grafica, al giocatore è concessa la possibilità di interagire con un numero limitato di elementi (che siano oggetti o altri animali) all’interno della singola schermata attiva in quel momento. È possibile spostare la visuale della telecamera portando il cursore del mouse verso gli estremi laterali dello schermo, tuttavia questa opzione viene utilizzata in così poche sezioni che non risulta determinante ai fini del completamento della trama principale. Certo, esistono i collezionabili, gli enigmi, una serie di minigiochi in prima persona ed è perfino possibile sbloccare qualche dialogo extra, in grado di offrire indizi aggiuntivi, approfondimenti sul background dei personaggi ed in grado di completare al 100% il codex del gioco. Elementi più che apprezzabili all’interno di un’avventura grafica, ma che purtroppo non possiedono il mordente necessario per invogliare il giocatore ad una seconda partita.
Come detto in precedenza, attraverso i dialoghi il giocatore scopre piano piano nuovi indizi da utilizzare all’interno della fase investigativa. È possibile interagire con i sospetti in due modi: con le domande e con le interrogazioni. Se nel primo caso si parla di un semplice dialogo botta e risposta su un determinato topic portato avanti dai due poliziotti, le interrogazioni sono il cuore del gioco. Seguendo i consigli di Sonny, il giocatore è portato a scegliere la domanda giusta al momento giusto, per poter entrare nella psiche del sospettato e progredire nella trama. Il giocatore va avanti in ogni caso, ma è comunque presente una barra del focus che va a premiare o penalizzare le scelte del giocatore, per poi valutarlo con un ranking da 1 a 5 stelle, rendendolo l’unico elemento utilizzabile dal giocatore per perfezionare le proprie skill.
Una volta ottenute le prove sufficienti per la risoluzione del puzzle, si passa alla soluzione del caso, attraverso un ragionamento logico abbastanza semplice dove si vanno a collegare i personaggi incontrati e le prove raccolte con dinamiche simili a quelle di un puzzle.
Nonostante la loro semplicità, questi tre elementi riescono a creare un loop azione/ricompensa solido attorno ad una narrazione più che valida e mai fin troppo scontata, in grado di intrattenere il giocatore fino alla fine del gioco, che oscilla tra un playtime di 6 – 10 ore. Ma se cercate un’avventura con finali multipli e biforcazioni alla David Cage, Clawville è il posto sbagliato in cui cercare.
Chicken Police: il caso Gatta Blanca
Come anticipato ad inizio recensione, Chicken Police mostra il suo lato migliore dal punto di vista estetico. È piuttosto evidente come il la maggior parte degli sforzi del team sono stati rivolti verso il design degli ambienti e dei personaggi. L’insieme di questi elementi funziona e centra il suo obiettivo: rievocare in ogni minimo dettaglio le atmosfere dei film noir anni ‘40, arrivando addirittura ad uscire dal genere verso le battute finali del gioco, per abbracciare i toni e le dinamiche del thriller psicologico. Menzione d’onore per l’OST, orecchiabile, in pieno stile jazz e con una canzone di chiusura, completa di lyrics, davvero deliziosa.
In definitiva, rispondo alla domanda che ci siamo fatti ad inizio recensione: Chicken Police è un prodotto valido nonostante la sua semplicità? Dal mio punto di vista, parlando comunque di una produzione budget e venduta su PS4, PC, Xbox One e Nintendo Switch al prezzo di 15.00 euro… Sì, ne vale la pena. Nonostante i difetti – che per quanto riguarda avventure grafiche come questa ricadono nella sfera del soggettivo – Chicken Police e The Wild Gentlemen sono riusciti a portare sul mercato un prodotto interessante e che sono sicuro rivedremo presto in futuro.