Quello che ho con Destiny è un rapporto conflittuale e più ne discuto con altri giocatori, più mi rendo conto come questa sia una prospettiva molto comune. Innanzitutto, da possessore della prima Xbox irrimediabilmente innamorato di Halo, non posso che provare un grande affetto per Bungie, ma non è un’infatuazione cieca e sconsiderata la mia ma il risultato del fantastico ludico e artistico che il team, oggi come ieri, propone ai giocatori. Il primo capitolo della nuova IP Bungie mi rapì senza fatica e al day one di Destiny 2 ero già pronto con un gruppo di amici, una badilata di tempo da dedicare al titolo e, soprattutto, delle aspettative incalcolabilmente alte. Purtroppo, in entrambi i casi mi trovai abbastanza in fretta, considerato quanto un prodotto del genere dovrebbe tenere un giocatore incollato allo schermo, senza nuovi stimoli per continuare. O meglio, lo stimolo era sempre lo stesso, quello di una formula looter/shooter estremamente fascinosa, sorretta da un gunplay sbalorditivo. E nonostante tutto, per me, non è stato abbastanza. Eppure, il richiamo di Destiny 2 nel corso di questi mesi e anni è sempre stato fortissimo e l’avvento di Oltre la Luce, unita alle suadenti richieste di un paio di amici pronti a tornare in orbita, ha fatto sì che decidessi di tornare ancora una volta a vestire i panni del Guardiano. Ho dunque recuperato i Rinnegati e Ombre dal Profondo e, fortunatamente, ho poi avuto la possibilità di recensire questo nuovo DLC, che si prospetta il più importante di sempre per il brand.

Oltre la Luce non è solo un punto di svolta, un cardine imprescindibile nella saga del Viaggiatore ma anche un trampolino di lancio per chiunque voglia tornare su Destiny 2 dopo un periodo – breve o lungo che sia – di inattività, ma anche per tutti quei giocatori che attratti dalle fantascientifiche spire del titolo, ma restìi al cedere al suo fascino. È una promessa enorme quella a cui Bungie si impegna con Oltre la Luce, un’impresa più ardua di quella al quale sottopone i suoi Guardiani. E non sarà facile mantenere la parola.

Destiny 2 – Beyond Light – Story Reveal Trailer - YouTube

Sotto Chiave

Per valutare quest’ultimo DLC è necessario analizzare e discutere un attimo la questione del Deposito Contenuti di Destiny (Destiny Content Vault), cos’è, come funziona e perché viene introdotto con questa espansione. Partiamo proprio da quest’ultimo punto e cerchiamo di far luce (lo so, lo so…) sulla sua utilità in termini di sostenibilità del Game as a Service di Destiny 2. Sostanzialmente, questo nuovo modello di trattamento dei contenuti nasce per la necessità di mantenere il gioco solido ed efficiente, mediante la rimozione cadenzata di contenuti, in concomitanza con un innesto di quelli nuovi. Bungie ha spiegato come a oggi, Destiny 2 sia troppo esteso per poter funzionare a dovere, le dimensioni e la complessità del titolo disincentivano l’innovazione e sono al tempo stesso terreno fertile per bug e altre problematiche. Inoltre, i giocatori iniziando a dover far fronte a un client sempre più lento e ingombrante, che già aveva superato i 115GB prima del lancio di Oltre la Luce. Il primo Destiny soffrì dello stesso problema ma venne aggirato proprio con la creazione del secondo capitolo, una soluzione efficace senza dubbio, ma drastica, che il team non vuole ripetere. Di conseguenza, Oltre la Luce non è solo l’inizio dell’Anno 4 di Destiny 2 ma è anche una presa di posizione categorica, il rifiuto di inserire il numero “3” a fianco al nome del MMO Bungie e, di conseguenza, il primo passo di un lungo, nuovo e duraturo percorso.

Oltre la Luce è l’incipit di un trittico di contenuti che scandiranno i prossimi anni, il 2021 vedrà l’avvento del DLC “The Witch Queen” e nel 2022 è già programmata l’espansione, dal titolo provvisorio, “Lightfall” garantendo dunque un supporto di almeno altri tre anni per Destiny 2. Una scelta importante e coraggiosa, che in futuro potrebbe portare a una crescita eccezionale del titolo ma che oggi, purtroppo, ci mostra il suo lato più spigoloso. Il gioco, come ormai è chiaro e come Bungie stessa ribadisce, non può crescere all’infinito e necessita pertanto di un meccanismo che in qualche modo riesca a imbrigliare quanto di buono il titolo può offrire e al contempo non stagnare continuamente nei suoi stessi anfratti ludici. Di conseguenza, qualche ramo secco và tagliato. Questa scelta non è solo la più logica, ma è anche comprensibile, sebbene accedere oggi a Destiny 2 possa lasciare l’amaro in bocca a più di un giocatore. In ottemperanza di quanto scritto prima infatti, Titano, Marte, Io, Mercurio e il Leviatano – con annesse attività – non sono più selezionabili e fanno invece il loro ingresso Europa (una delle lune di Giove) e il Cosmodromo, una delle destinazioni più iconiche del primo Destiny. È chiaro dunque che il numero di contenuti tolti, superi abbondantemente quelli inseriti, ed è chiaro che non ci si può aspettare che il team avesse già pronte altrettante destinazioni da introdurre immediatamente, ma il cambiamento non può che apparire fin troppo brusco e repentino. Vero è che molte delle attività legate a queste destinazioni sono ormai obsolete o poco giocate, soprattutto quelle legate a determinate campagne, ma rimane comunque il dubbio che, soprattutto per i giocatori più assidui, è difficile attendere il prossimo DLC senza imbattersi in una fase di stanchezza, costretti all’ennesimo farming forsennato mediante uno scarsa scelta di attività in cui cimentarsi. E qui torna il conflitto, perché l’idea di fondo appare in realtà quella più corretta per il futuro e prendendo in considerazione tutti gli aspetti in ballo nella vicenda, soprattutto quello che vede i contenuti tagliati tornare ciclicamente nel corso degli anni su Destiny 2 insieme a quelli nuovi, e la possibilità di metodi alternativi per mettere le mani sui pezzi di equipaggiamento legati alle destinazioni archiviate – che oltretutto comprendono tutte le mete del primo capitolo – è esaltante e offre l’idea di un universo modulare e stratificato, dal potenziale effettivamente inesauribile. Ma non si può decretare il valore di un’opera in base a ciò che potrebbe essere e proprio per questo motivo, l’inizio dell’anno 4, seppur con qualche asso nella manica ancora da giocare, non riesce a conquistare come dovrebbe, seppur con diversi elementi di valore.

L'espansione di Destiny 2: Beyond Light è stata spostata al 10 novembre | NextPlayer.it

Nel grembo dell’Ombra

Destiny è riuscito a creare, pezzo dopo pezzo, un’intrigante opera in termini artistici, tanto sul fronte del design quanto su quello del background narrativo dal carattere forte e unico. Il brand è uno di quei pochi che è stato capace, nel corso dell’ultima generazione, di rendere testimoni i giocatori di una cosmogonia sfaccettata, dai toni quasi mitologici e scandito da eventi e situazione intrisi di un’epica fuori dal comune, anche per un medium già così ricco. Purtroppo, non sempre si è riuscito a rendere particolarmente accattivante tutto questo in termini di scrittura, cristallizzando con molte imperfezioni l’eccezionale lavoro svolto in termini di lore. Oltre la Luce non fa eccezione e propone una – breve – campagna pronta a mettere in discussione alcuni elementi fondamentali della storia stessa che forma le fondamenta di Destiny, ma senza l’adeguato mordente. L’Oscurità torna prepotentemente a reclamare la sua parte di galassia, fagocitando ben quattro dei satelliti e pianeti del nostro sistema solare (quelli archiviati nel Deposito Contenuti, ovviamente) e a noi tocca il compito di indagare su Europa per trovare delle risposte. Lì troviamo Eramis, Kell dell’Oscurità, che indossa i panni di una nuova nemesi, in una storia di vendetta e solitudine dal soggetto più che convincente ma trasposta in maniera fin troppo frettolosa.

Sostanzialmente, Eramis è in grado di controllare l’Oscurità sotto forma di un potere chiamato Stasi e sembra pronta a divenire la scintilla di una guerra in grado di estendersi senza sosta, distruggendo ogni cosa sul suo cammino. Diventa bene presto evidente, grazie all’ingresso di alcune vecchie – e apprezzatissime – conoscenze come l’Ignota Exo, finalmente pronta a fornirci qualche risposta sugli ampi dubbi formatisi nel corso degli anni, che l’unica cosa in grado di contrastare Eramis sia la Stasi stessa, qualcosa sulla falsariga di “combattere il fuoco con il fuoco” insomma, ma col ghiaccio. La Stasi infatti viene declinata come un nuovo elemento fantasy perfettamente contestualizzato nell’universo di Destiny, permettendo di sfruttare abilità legate al freddo, introducendo anche un nuovo status alterato: il congelamento, immobilizzando i nemici e trasformandoli in splendide e orrorifiche sculture, pronte per essere frantumante in un sol colpo. Questa campagna distoglie subito l’attenzione dal problema principale e dalla scomparsa delle destinazioni a noi tante care e diventa quindi un’avventura che più classica non si può. Per battere Eramis è necessario prima sconfiggere i suoi luogotenenti, fidati guerrieri benedetti dalla eliksni stessa con il dono della Stasi, per poi arrivare a lei e alla sua boss fight finale.

Il percorso verso la Kell è impervio e qualitativamente altalenante, ma tiene alta l’attenzione grazie ai vari momenti i cui il giocatore prende brevemente il controllo del potere della Stasi, potendolo sperimentare direttamente sui nostri nemici e dunque avvicinandoci sempre di più all’Oscurità. Dopo la conclusione della missione principale, si entra in possesso della tanta agognata quarta sottoclasse. Eppure, il tutto non può che apparire sbrigativo, soprattutto sul fronte narrativo. Il nostro fidato Spettro si mostra dubbioso e spaventato dal potere che stiamo abbracciando, così come i personaggi intorno a noi, non convinti di questa scelta ed evidentemente delusi dalla stessa, ma la narrazione non riesce a trasmettere quel senso di conflitto interiore nell’avvicinarsi a ciò che si è finora combattuto, né mostra il “peso” di questa drastica decisione. Insomma, per quanto ben costruito nella sua concezione, il tutto sembra troppo spesso un mero pretesto per donarci un nuovo ramo di abilità con cui giocare. Il che è più che accettabile per la tipologia di esperienza che un titolo del genere vuole offrire, eppure, considerati gli ottimi spunti è impossibile non convincersi che poteva essere fatto di più.

Destiny 2: Beyond Light – Stasis – Gameplay Trailer - YouTube

Incantatori, shinobi e bibliche creature

La nuova sottoclasse legata alla Stasi si rivela fin da subito un’introduzione interessante nell’universo di Destiny 2, atta a cambiare le regole del gioco in una maniera ancora inesplorata. Anziché basarsi su abilità espressamente aggressive infatti, l’elemento del ghiaccio cerca di essere più riflessivo e basare le sue strategie sul controllo del terreno di gioco. La nuova granata in dotazione è in grado, oltre a danneggiare e congelare i nemici, di creare un muro di fronte a noi capace di subire un cospicuo ammontare di danno prima di essere scalfito o distrutto. Un’aggiunta semplice ma dotata di svariati utilizzi in termini di gioco, il muro non è solo una protezione per noi o la nostra squadra, può essere una trappola per i nostri avversari, creando vicoli ciechi improvvisi e impedire una fuga altrimenti certa ma ci offre anche la possibilità di creare nuove piattaforme dal nulla, per creare nuovi percorsi o fornire a un cecchino un punto più elevato dal quale far saltare le teste nemiche.

Ogni classe poi incarna in maniera personale il dono della Stasi e ne sfrutta il potere in maniera unica. Streghe e stregoni diventano dunque Vincolatori dell’Ombra, e possono contare su una nuova staffa glaciale arcana con la possibilità di evocare proiettili congelanti e un portentoso attacco corpo a corpo anch’esso in grado di congelare i bersagli colpiti, rivelandosi dunque la scelta adatta a chi vuole adottare una strategia di controllo del campo di battaglia. I titani invece, che risultano forse quelli meno interessanti del lotto, assumono il ruolo di Behemoth e puntano tutto sulla forza bruta, grazie alla loro nuova super mossa Scossa Glaciale, che gli permette di esibirsi in una sequela di devastanti attacchi corpo a corpo. Chiudono il terzetto cacciatori e cacciatrici Revenant, che risultano forse i più interessanti a livello di design, diventando veri e propri ninja dei ghiacci e potendo di conseguenza contare su letali shuriken congelanti e sulla coppia di Kama Silenzio e Fragore. Il primo falcetto congela tutto ciò che si trova attorno al momento dell’impatto mentre il secondo (che può essere lanciato in un punto differente rispetto al primo) crea una violenta esplosione seguita da una piccola bufera di neve. Le sottoclassi della Stasi possono ovviamente essere modificate ed espanse, con missioni ad hoc che permettono di ampliare lo spettro di abilità e scelte legate al nuovo elemento, permettendoci di confezionare, poco a poco, la nostra configurazione preferita. Non è ancora possibile sviscerare integralmente queste opzioni ma il nuovo ramo di abilità risulta interessante e ben confezionato, sebbene sarebbe stato apprezzabile poterlo esplorare un po’ di più fin da subito.

Un innesto eccellente per il PVE ma forse non altrettanto per il PVP, in cui la possibilità di venir ripetutamente congelati senza possibilità di “replica” può risultare decisamente frustrante ma, anche in questo senso, prima di lanciarsi in un’effettiva analisi degli equilibri in ambito di multiplayer competitivo, sarà bene prendere più confidenza con il nuovo meta. In definitiva, la Stasi risulta il vero fiore all’occhiello di Oltre la Luce, che già stuzzica la curiosità verso le nuove sottoclassi legate alle prossime sottoclassi in arrivo in futuro.

Here's when you can pre-load Destiny 2: Beyond Light on PC | PCGamesN

Europa

Impossibile non spendere qualche parola sulla nuova ed estesa destinazione di Oltre la Luce, tenendo anche in conto che con la rimozione di una cospicua fetta di contenuti, la luna di Giove si sobbarca un peso supplementare nel garantire un intrattenimento solido e duraturo ai giocatori di Destiny 2. Il primo impatto è magnetico, quasi da togliere il fiato, guardando gli sconfinati panorami di Europa. una distesa infinita di neve e ghiaccio, con canyon e strapiombi vertiginosi e gelide pianure in grado di farci sentire realmente dispersi in un bianco e freddo deserto, aspro ma ammaliante. Viene introdotta anche la questione meteorologica, che fa esplodere di tanto in tanto violente tempeste pronte a intrappolare noi e i nemici in un enorme vortice pronto a rendere gli scontri più ostici e scenografici. Il satellite può contare, fra le sue location, anche un dedalo di laboratori legati a Clovis Bray e alla sua compagnia, che tornano a far parlare di sé in questa espansione, e scintillanti grotte di ghiaccio ma che, nel complesso, non conquistano pienamente. Seppur in grado di mostrare alcuni scorci eccezionali,

Europa non è un parco giochi stratificato per le nostre attività a oggi e risulta dunque riuscita solo a metà. Il suo assalto, il Ponte di Vetro, risulta abbastanza buono, seppur non particolarmente elaborato nel suo design, e non resta dunque che attendere il Raid del prossimo 21 novembre per scoprire l’ultimo aspetto di questa nuova destinazione. In definitiva, pur essendo un’aggiunta assolutamente apprezzabile, Europa soffre la mancanza delle vecchie destinazioni e soprattutto l’aggiunta di nuove oltre a lei, perché per quanto il ritorno del Cosmodromo sia gradito, non è ancora abbastanza.

The next chapter of 'Destiny 2' begins September 22nd with 'Beyond Light' | Engadget

Nuova Alba

Oltre la Luce è il primo passo di una promessa solenne, quello più semplice però: l’assunzione dell’impegno. Il team di sviluppo si carica di nuove e vertiginose aspettative, garantendo un fulgido futuro per Destiny 2 negli a venire, ma sarà in grado di mantenere l’onere? A oggi, Oltre la Luce appare un buon contenuto nel complesso, fiaccato da alcune problematiche non del tutto trascurabili e ricco di spunti per i prossimi mesi e anni, sotto pressoché ogni punto di vista, da quello narrativo a quello prettamente ludico, il che appare sinceramente fantastico ma ancora molto acerbo, se non addirittura etereo. Una campagna fin troppo breve e senza mordente, che non riesce a sfruttare il grande potenziale di base, ci porta un nuovo e interessante modo di giocare grazie alla sottoclasse inedita, che freme dalla voglia di essere sfruttata e sperimentata a dovere, anche a fronte dei contenuti in arrivo a breve termine. La Stagione della Caccia è imminente, così come l’avvento del nuovo Raid, ed è chiaro come in questo momento il quadro non sia completo per valutare integralmente questo ultimo DLC.

Non mancheranno nelle prossime settimane nuove analisi su questi importanti contenuti, eppure questo articolo dovrebbe già fugare la maggior parte dei vostri dubbi. Destiny 2 continua a essere un titolo controverso e imperfetto, presentando alcuni errori grossolani e contestualmente continuando a irretire i giocatori con il suo fascinoso gameplay sempre sulla cresta dell’onda. Chi negli scorsi mesi è stato in procinto di abbandonare il gioco, forse potrebbe non vedere in Oltre la Luce un solido motivo per restare nell’oceano stellare di Bungie ma al tempo stesso non avranno nemmeno motivo di troncare i rapporti con i ragazzi di Washington, i nuovi giocatori invece – seppur spaesati – potrebbero avere ottimi motivi per diventare guardiani, così come i giocatori che hanno precocemente abbandonato questa seconda iterazione dello sparatutto Sci-Fi. Per queste due fette di pubblico infatti, il numero di contenuti rimane generoso e interessante, potendo contare sul recupero dei due precedenti DLC e di una rinnovata introduzione rivolta a chi per la prima volta si approccia al gioco. Oggi, purtroppo, ci troviamo con la parte più corta della coperta del nuovo disegno che Bungie sta creando per il suo looter/shooter, e il prezzo per fare ingresso nel quarto di anno del MMO fantascientifico può risultare un po’ salato forse (a meno che non siate possessori di Gamepass e una console Microsoft) ma Oltre la Luce è comunque dotato di varie frecce al proprio arco, alcune delle quali – forse le più determinanti – devono essere ancora scoccate.