Ma vogliamo parlare del fatto che pare ormai tutti i giochi debbano essere almeno da 9? O sono capolavori o sono prodotti totalmente da cestinare!

Negli ultimi due anni la mia carriera videoludica ha subito una deriva decisamente inaspettata.

Abbandonato quasi completamente il mercato PC a favore dell’offerta Nintendo Switch, questo a causa della maggior compatibilità con gli impegni vari da affrontare quotidianamente, mi sono ritrovato a scoprire una libreria costellata di capolavori, remake, remastered, collection e titoli assolutamente lontani dal concetto di AAA. Volete sapere in quel periodo quali sono stati i titoli per cui ho provato sincero hype? Captain Tsubasa, Travis Strikes Again e Super Dragon Ball Heroes tanto per dirne qualcuno. La Polemica oggi è tutta per difendere queste produzioni minori!

Com’è possibile dunque che un videogiocatore non provi il minimo interesse dal lancio del Fra Cry o del Call of Duty di turno? Mi sarò forse rimbambito a preferire un gioco dai valori produttivi pressoché rasente la soglia doi classificazione di titolo indie piuttosto che il blockbuster milionario di turno?

La risposta è che forse sono sazio di una certa tipologia di produzioni. A dire il vero provo quasi repulsione a pensare di dover approcciare l’ennesimo gioco open world in cui il progresso di gioco si basa sulla scoperta dei punti interesse sulla mappa sbloccabili scalando una qualche tipo di torre o traliccio ecc ecc… sappiamo tutti di cosa sto parlando. Questi tripla a sono un po’ tutti uguali. Cioè non proprio dai, non voglio generalizzare, ma ci siamo capiti. Nel 2020 il titolo su cui ho speso più ore è probabilmente stato Sea of Thieves. Ve lo ricordate? Si, proprio quel titolo sviluppato da Rare e crocifisso ovunque come titolo privo di contenuti e ripetitivo. Non proprio un AAA. Sapete cosa? L’ho provato nel corso del lockdown: Posso governare un galeone insieme agli amici, rubare il bottino ad altri pirati, partecipare a raid, scovare tesori, segreti, nuotare, navigare e suonare improbabili strumenti musicali. WOW. Avrei speso 70 Euro per giocarlo? No, eheh. Però Sea of Thieves propone qualcosa che nessun’altro gioco propone. Poco importa se è un gioco da 7.

La Polemica

In questo mercato, fatto di lunghe attese, rinvii, fallimenti e hype esagerato c’è bisogno di giochi mediocri. Mediocri sul piano produttivo si, ma fondamentali per sfamare tutti i giocatori che, come il sottoscritto, sono saturi delle solite produzioni.

“eh ma ci sono gli indie”

Non lo voglio l’indie. Oh. Non è che tutta la pixel art esce bene come Undertale.

Dove sono finiti i progetti secondari di Ubisoft? Rivoglio Valiant Hearts! Rayman! Dov’è il mio cavolo di seguito di Bully? Sono quindici anni che lo aspettiamo! Non può esser tutto Grand Theft Auto e Red Dead Redemption. Che poi vi ricordate il gioco di ping-pong di Rockstar Games? Davvero Pazzesco.

Certo che poi quando qualcuno si inventa qualcosa di nuovo lo prendiamo tutti in giro. Allora forse ce la meritiamo questa situazione.

“Cenere, ruggine, sangue di vergine…” -ricetta per un titolo incredibile-