Solo un anno fa Blizzard firmava con YouTube un ricco accordo di esclusiva per trasmettere sulla piattaforma di Google tutti i suoi eventi di esport. Il piatto principale della trattativa era ovviamente la Overwatch League, ma ci finì in mezzo anche la scena competitiva di Hearthstone.

Un pessimo inizio

Già durante la prima stagione dei Grandmasters, il torneo regionale in cui competono i migliori giocatori di Hearthstone al mondo, lo spostamento su YouTube sembrava aver danneggiato l’audience del torneo. Una perdita del 90% rispetto all’anno precedente, quando le trasmissioni si tenevano su Twitch.

Il trend negativo è continuato per tutto l’anno, nonostante i cambi di formato al torneo e il quietarsi delle polemiche che avevano coinvolto proprio un Grandmaster, Blitzchung. Ma anche considerando questa crisi, nessuno poteva prevedere quello che sarebbe successo con i campionati del mondo. 

Un disastro annunciato

Come fatto notare da molti giocatori, in particolare su Reddit, il marketing delle finali mondiali di Hearthstone è stato talmente sottotono che praticamente nessuno si è accorto che si stavano svolgendo. 

Il risultato è stato una perdita di audience rispetto all’anno precedente del 95%, una media di 14.000 spettatori contro i 264.000 registrati nel 2019 su Twitch. Numeri adatti più ad una delle live quotidiane dei top streamer del gioco che ad un evento globale a cadenza annuale.

Le ragioni del disastro

Capire i motivi di questo disastro non è semplice in realtà, perché molte forze hanno concorso al fallimento di questo campionato del mondo. Per prima cosa è mancato completamente il lato marketing da parte di Blizzard. Anche i giocatori più assidui e coinvolti nella community si sono svegliati questa mattina stupiti che il loro gioco preferito avesse un nuovo campione del mondo.

Una totale mancanza di comunicazione che non ha scusanti e nemmeno una chiara motivazione. Certo non è un momento facile per Activision Blizzard, nella bufera diversi motivi. Ma un minimo di marketing per l’evento che corona un anno di tornei competitivi non sembra un’impresa così ardua da portare a compimento.

Youtube non ha aiutato. La piattaforma non è molto apprezzata per quanto riguarda le trasmissioni live, e il pubblico proveniente da Twitch non si è mai adattato bene alla mancanza delle funzioni e delle emote a cui è abituato.

Ad aggiungersi a tutto questo è arrivato anche un tentativo di boicottaggio da parte della community stessa. I giocatori sono allo scontro con Blizzard ormai da settimane, cioè da quando l’azienda ha cambiato radicalmente il sistema di ricompense di Hearthstone, introducendo il Tavern Pass. Questa mossa, che prometteva di aiutare il free to play, si è rivelata invece una maldestra operazione di monetizzazione che non è piaciuta praticamente a nessuno.

Per la cronaca…

La somma di questi tre fattori ha quindi portato a quello che è di fatto il momento più basso della storia del competitivo di Hearthstone. Per la cronaca, a vincere il campionato è stato il giapponese Kenta “Glory” Sato, che ha battuto in finale Jaromír “Jarla” Vyskočil.

La vittoria di Sato ha portato per la seconda volta la regione Asia-Pacific sul tetto del mondo, dopo la vittoria nel 2017 di Tom60229.