Gli Amazon Game Studios sono stati fondati nell’oramai lontano 2012, ben nove anni fa, e da allora non hanno prodotto praticamente nulla se non una serie di fallimenti dietro l’altro. Dopo aver cancellato i progetti Nova, Intensity, Breakaway e aver chiuso dopo pochi mesi i server di Crucible, gli Studios hanno pubblicato un gioco, The Grand Tour Game, distrutto dalla critica. In pratica l’unico progetto ancora in vita è New World, MMO che sarebbe dovuto uscire nel 2020 ma, dopo aver subito enormi modifiche, è stato rimandato a maggio di quest’anno. Jason Schreier, sulle pagine di Bloomberg, ha scritto un lungo editoriale in cui ha analizzato la situazione della casa di sviluppo intervistando più di 30 dipendenti, attuali ed ex, di Amazon, la maggior parte dei quali è voluta rimananere anonima temendo ripercussioni sulla carriera.
In pratica, Amazon sta spendendo quasi 500 milioni di dollari all’anno per gestire la sua divisione di videogiochi. Da questo importo sono esclusi sia Twitch che Luna. Non sono mancate anche accuse alla cultura aziendale. L’azienda è guidata dai dati e il capo, Mike Frazzini, viene definita come una persona che “non ha mai creato un gioco prima d’ora. Ha assunto dei veterani… per poi ignorarli”. Altre persone intervistate hanno dichiarato che la società metteva a disposizione tutti i fondi ed i tempi richiesti, senza limiti, purché ciò rendesse i giochi “più ambiziosi possibili, che avrebbero attirato i giocatori nell’ecosistema Amazon Prime e mostrato le capacità tecniche della sua divisione cloud”. Erano definiti “giochi Bezos”. Il capo di Amazon vede i giochi come “un modo per vendere abbonamenti a Prime e attirare i clienti sulle sue altre offerte, inclusi programmi televisivi e film”.
In origine, la divisione doveva occuparsi di sviluppare giochi per l’Appstore di Amazon e pubblicarli così sui telefoni per poi cambiare totalmente direzione verso progetti molto più grandi, dato che “i giochi per dispositivi mobili possono essere realizzati da piccoli team in pochi mesi, mentre quelli più grandi portano centinaia di persone a lavorare per anni.”
Uno degli aspetti negativi sottolineato dagli intervistati è la “bro culture” presente all’interno dello studio, in cui alle donne spesso non venivano offerte le stesse opportunità degli uomini. Quattro donne sviluppatrici affermano che le loro peggiori esperienze di sessismo nel settore sono state su Amazon. Inoltre la totale mancanza di esperienza di Frazzini nel mondo dei videogiochi si palesava durante le sessioni di revisione dei progetti. Uno dei momenti più imbarazzanti è stato quando Frazzini non riusciva a distinguere dei “filmati concettuali iper-rifiniti e il gameplay dal vivo, segno che non capiva proprio la tecnologia”. Un altro punto dolente riguarda il motore grafico sviluppato internamente.
Basandosi quindi sul Crytek, è stato realizzato Lumberyard. Frazzini ha quindi incaricato un team di ingegneri di costruire il motore e lo ha rilasciato al pubblico nel 2016, gratuitamente. Gli strumenti sono intrecciati con Amazon Web Services, configurando Lumberyard come un modo per attirare una nuova classe di sviluppatori nel business. Frazzini ha anche imposto che tutti i giochi Amazon siano costruiti con Lumberyard, piuttosto che pagare per Unreal o Unity.
“Lumberyard è diventato uno spauracchio in ufficio. Alcune funzionalità richiedevano comandi esoterici per funzionare e il sistema era estremamente lento. Gli sviluppatori hanno giocato ad Halo o guardato Amazon Prime Video mentre aspettavano che Lumberyard elaborasse la grafica o compilasse il codice, affermano diversi ex dipendenti. Un ritornello comune in ufficio, secondo un ex dipendente: “Lumberyard sta uccidendo questa azienda”.
Insomma, un fallimento dietro l’altro. In compenso, Amazon Luna non ha nulla a che fare con Frazzini. Il sistema di gioco in Cloud simile a Stadia è supervisionato da David Limp, che gestisce la divisione che produce Echo e Kindle. Non ci resta che attendere la sua pubblicazione definitiva, dato che al momento è in in accesso anticipato, e vedere la sua evoluzione, anche se Stadia non se la sta passando molto bene al momento.