Durante il weekend appena trascorso la community di Hearthstone è stata attraversata da una polemica sulla rappresentanza femminile al proprio interno. Tutto è nato dalla pubblicazione dei nomi dei partecipanti al Crossroad Inn-vitational, torneo su invito di Blizzard al quale avrebbero preso parte soltanto due donne su venti concorrenti.

L’iniziale polemica ha riaperto una ferita mai davvero chiusa nella community, e ha portato alcune importanti giocatrici e content creator a raccontare la propria esperienza, denunciando il sessismo subito non solo dalla community, ma da parte della stessa Blizzard.

Le colpe di Blizzard

Il 15 aprile Blizzard annuncia i partecipanti al Crossroad Inn-vitational, venti concorrenti, due fazioni, diciotto uomini e due donne. Una sproporzione evidente, che ha causato la reazione di una giocatrice in particolare Slysssa, vincitrice di un recente torneo di Hearthstone Battlegrounds.

Slysssa ha anche rivelato in un commento su YouTube che dopo una protesta simile a quella di questo weekend, avvenuta in estate, Blizzard le aveva proposto di organizzare un torneo per sole donne. La compagnia avrebbe pagato le spese, ma non avrebbe offerto nessun premio e non avrebbe nemmeno ospitato il torneo sui suoi canali ufficiali.

La giocatrice avrebbe preferito che almeno la metà dei partecipanti al torneo fosse composta da uomini, ma Blizzard si sarebbe rifiutata. La motivazione sarebbe stata la paura che gli uomini avrebbero dominato il torneo facendo fare alle donne brutta figura.

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Questo non è il primo esempio di sproporzione tra uomini e donne nei tornei di Hearthstone. Pathra, ex giocatrice professionista, prima Grandmaster donna di Hearthstone, ha raccolto tutti i principali tornei su invito di Blizzard dell’ultimo anno in una grafica che mostra il rapporto tra uomini e donne.

Questi eventi, secondo quanto scritto da Slysssa, sono importantissimi per la crescita dei creator che vi partecipano. Spesso gli invitati non sono infatti coinvolti nel circuito professionistico, ma sono semplici streamer o youtuber che fanno di Hearthstone il loro contenuto principale. La presenza minima di donne non sarebbe quindi solo grave per principio, ma contribuirebbe ad aumentare il divario di visibilità con gli streamer uomini.

Le colpe della community

Il sessismo non si limita però soltanto ai comportamenti di Blizzard. L’intera community di Hearthstone, dai semplici spettatori ad alcuni importanti creator, ha dimostrato comportamenti discriminatori che sono venuti a galla dalle testimonianze di alcune donne diffuse negli ultimi giorni.

Proprio Pathra è stata tra le più colpite da questi comportamenti. La streamer era entrata a far parte degli Hearthstone Grandmaster andando ad occupare uno dei “creator slot” della propria regione. Posti riservati a chi, oltre ad aver ottenuto risultati rilevanti in alcuni tornei, contribuisse con stream o contenuti di altro tipo alla community.

La sua stagione però non fu delle migliori e finì per essere retrocessa. Questo causò un’ondata di sessismo nei suoi confronti da parte degli spettatori dei Grandmasters, che già si era manifestato durante i match del torneo. Le molestie raggiunsero livelli tali che Pathra si allontanò del tutto da Harthstone, smettendo persino di portarlo nelle proprie live.

Un’altra creator che ha smesso di giocare ad Hearthstone a causa degli abusi ricevuti dalla community è Hafu. In una recente live la streamer ha raccontato come quasi ogni sua interazione con i fan del gioco di carte fosse orribile, arrivando a dire di esserne rimasta traumatizzata.

Il problema si estende oltre la semplice “chat di Twitch”: le accuse di sessismo hanno raggiunto anche membri di spicco della community, per ora rimasti anonimi. Cora, designer di Hearthstone e streamer, ha rivelato come fosse venuta a conoscenza di una serie di insulti sessisti diretti nei suoi confronti da alcune importanti figure del mondo di Hearthstone.

Storie simili le hanno raccontate anche Avelline e Babybear, ma al momento la discussione sembra aver avuto un seguito relativamente modesto. Blizzard non ha ancora risposto in nessun modo alle accuse, né ha annunciato cambiamenti nella scelta dei partecipanti ai tornei su invito.