Se la causa per molestie che ha travolto Activision Blizzard è senza dubbio disastrosa, la risposta dell’azienda fin qui è riuscita ad essere anche peggiore. L’assordante silenzio di Blizzard, è però stato più volte rotto da iniziative individuali, che hanno costretto l’amministratore delegato Bobby Kotick a rispondere.

Blizzard aveva deciso di non commentare in nessun modo la causa portata aventi dallo stato della California nei suoi confronti. I social di tutti i giochi dell’azienda sono silenti da una settimana, ma più di una voce si è fatta strada oltre il muro eretto da Activision Blizzard.

Dapprima una mail del presidente Allen Brack, ottenuta da Bloomberg, che rassicurava i dipendenti e riconosceva la problematicità delle accuse. Poi una raccolta firme cui hanno aderito migliaia di dipendenti, e negli stessi giorni i commenti di due importanti ex dirigenti Blizzard. Infine, nella giornata di ieri, l’annuncio di uno sciopero di tutti i lavoratori della software house in solidarietà con le vittime degli abusi.

Quest’ultimo colpo ha costretto la società a giocare a carte scoperte. A rispondere alle istanze dei dipendenti è stato il CEO Bobby Kotick, storica figura di Activision che ha guidato l’azienda moltiplicandone il valore negli ultimi due decenni. In una lettera diretta ai dipendenti ma resa pubblica, l’amministratore delegato cambia completamente strategia. 

Fin dalle prime battute Kotick fa autocritica, ammettendo che la risposta della dirigenza sia alle accuse, che alle preoccupazioni dei dipendenti, è stata inadeguata. Dopo le necessarie frasi di circostanza, l’amministratore delegato annuncia che ha affidato allo studio legale WilmerHale una revisione delle norme e delle pratiche dell’azienda in fatto di inclusione.

La lettera si conclude con l’annuncio di importanti cambiamenti, riassunti nei seguenti cinque punti:

  1. Supporto per i dipendenti. Continueremo ad investigare ogni accusa e prenderemo duri provvedimenti. Per assicurare questo servizio assumeremo personale esperto nei reparti Lamentele e Rapporti con i dipendenti.
  2. Sessioni d’ascolto. Sappiamo che molti di voi hanno idee ispirate su come migliorare la nostra cultura. Creeremo spazi sicuri, moderati da terze parti, in cui parlare di questi cambiamenti.
  3. Cambio di personale. Valuteremo la posizione di leader e manager all’interno dell’azienda. Tutti coloro che avranno messo a repentaglio l’integrità del nostro processo di valutazione delle accuse saranno licenziati.
  4. Politiche di assunzione. Durante quest’anno abbiamo ricordato con una mail a tutti i manager di assicurarsi della diversità dei candidati assunti. Metteremo ulteriori risorse a disposizione per assicurarci che questa direttiva venga seguita.
  5. Cambiamenti in-game. Abbiamo ricevuto i consigli dei nostri giocatori che ritengono che determinati contenuti dei nostri giochi siano inappropriati. Li rimuoveremo.

I consigli cui l’ultimo punto fa riferimento, sono probabilmente le proteste avvenute soprattutto all’interno di World of Warcraft. A molti giocatori aveva dato fastidio la quantità di riferimenti al nome di Alex Afrasiabi, ex dirigente accusato di essere tra i perpetratori delle molestie.

Kotick guida un netto cambio di rotta avvenuto comunque con colpevole ritardo. Qualsiasi sarà l’esito di questa causa, Activision Blizzard ha subito un durissimo colpo alla propria immagine, e il silenzio di questa settimana non ha certo aiutato.