Negli ultimi mesi la causa Epic contro Apple è stata al centro di numerosissime rivelazioni sui retroscena dell’industria videoludica. Molti però si dimenticano che in parallelo al processo più chiacchierato della storia dei videogiochi se ne sta svolgendo un altro di fatto identico, che coinvolge Google

Anche la compagnia di Mountain View si sta infatti difendendo dalle stesse accuse che hanno colpito Apple, anche se tutto il procedimento sta andando avanti in parallelo, lontano dai riflettori.

Il tentativo di scalata

La vicenda rimane la stessa: Epic, non volendo pagare il 30% dei propri ricavi ottenuti tramite il Play Store a Google, ha spostato Fortnite su un proprio launcher. Per tutta risposta Google ha bandito Fortnite dai dispositivi Android e Epic ha fatto causa ad Alphabet.

La vicenda diverge però da quella di Apple due settimane fa, quando Epic sottopone al tribunale distrettuale della California settentrionale un’ingiunzione contro Google. Nel documento viene descritto il tentativo di Google stessa di risolvere la controversia con Epic acquistando la software house.

Tra le pagine dell’ingiunzione emergono diversi dettagli sulla strategia di Google. Conscia che una semplice offerta ad Epic non sarebbe stata sufficiente, Alphabet stava progettando un’operazione in sinergia con la cinese Tencent, che possiede il 40% di Epic.

Le strade possibili erano due: o fare un’offerta di acquisto a Tencent, sostituendo il colosso cinese nell’assetto societario di Epic, o proporgli una scalata in sinergia, che avrebbe portato le due compagnie a controllare insieme il 100% di Epic.

I piani segreti di Google

I documenti depositati da Epic rivelano inoltre altre strategie che Google stava progettando per rispondere al problema Fortnite.

Due progetti in particolare spiccano sugli altri: il primo è Project Hug, che prevedeva di trattenere gli sviluppatori su Play Store tramite incentivi finanziari. Il secondo prende il nome di Project Banyan, e consiste in una serie di accordi segreti con i principali sviluppatori di applicazioni.

Questi piani erano volti a limitare il rischio che gli sviluppatori imitassero Epic. Se la pratica di eludere il Play Store si fosse diffusa, i costi per Google avrebbero raggiunto i 6 miliardi di dollari.