Ci risiamo. Per l’ennesima volta, qualche produttore cinematografico ha avuto la “geniale” idea di imbattersi nell’impresa (im)possibile di tentare ad adattare un classico videoludico in un film per le sale cinematografiche. La “vittima” sacrificale è un brand che già nel suo passato ha avuto a che fare con questa tipologia di pensiero: Resident Evil. Questa volta, però, la strada intrapresa sembra voler fare un reset completo, cancellando dunque l’esperienza cinematografica del passato riportando in vita un prodotto più simile e conforme alla nota saga horror di Capcom. Ma come sarà questo Resident Evil: Welcome to Raccon City? Scopriamolo insieme con la nostra recensione.

Il film dovrebbe essere un ritorno alle origini del celebre franchise Resident Evil. Ciò che vorrebbe far passare il regista (e fan) della saga Johannes Roberts è quello di riaprire i giochi per un’intera e nuova generazione di appassionati. In Resident Evil: Welcome to Raccoon City, quella che un tempo era la sede del colosso farmaceutico Umbrella Corporation, Raccoon City è ora una città morente del Midwest. L’esodo della compagnia ha trasformato la città in una landa desolata con un’insidiosa minaccia che si annida sotto la superficie. Quando questo pericolo viene liberato, un gruppo di sopravvissuti dovrà collaborare per scoprire la verità dietro la Umbrella Corporation e restare in vita.

Riusciranno a sopravvivere?

Ciò che viviamo attualmente nel campo cinematografico è un periodo, per i film tratti dai videogiochi, sicuramente florido e interessante. Se pensiamo che prossimamente sono in arrivo pellicole dedicate ad altri noti brand come Super Mario o Uncharted, Resident Evil poteva essere un film che doveva dire la sua, nonostante gli insuccessi commerciali di questa bizzarra forma commerciale di trasportare a tutti i costi dei videogiochi sotto forma di film (basti vedere i flop clamorosi di Assassin’s Creed o Tomb Raider). Le atmosfere sembravano essere un buon punto di riferimento e già vedendo il trailer (all’epoca della sua uscita contestato da diversi videogiocatori e aficionados del brand) la sensazione che avevo provato, a primo impatto, fu che il film nonostante qualche piccolo problema tecnico (dalla scelta di alcuni attori agli effetti speciali discutibili) in qualche modo, a livello emotivo, sembrasse si avvicinasse discretamente e vagamente al titolo originale del 1996. Il problema principale, però, rimane che le buone emozioni provate si scontrano sul lavoro fatto della sceneggiatura. Purtroppo questa sensazione di meraviglia è svanita man mano che il film avanzava mutando poi in un’emozione che era un misto tra delusione e amarezza percepito fin dall’uscita dalla sala stampa. I motivi di queste sensazioni negative, purtroppo, sono da considerare in molteplici settori: dalla storia confusa alle interpretazioni discutibili fino ad arrivare agli effetti speciali dannatamente brutti.

Nonostante le sensazioni negative vorrei soffermarmi prima su alcuni aspetti che, paradossalmente, ho trovato positivi. L’interesse verso Resident Evil del regista, tale Johannes Roberts, è percebile così come si può affermare che egli abbia fatto un buon lavoro per quanto riguarda il citazionismo risalente alle opere originali. L’ispirazione proviene direttamente dai primi due capitoli del videogioco dal quale il film è comunque tratto. Nella pellicola, infatti, non mancheranno delle piccole allusioni che sicuramente renderanno lesperienza visiva meno amara a chi è cresciuto con questo brand horror. In particolare una scena che potrebbe farvi sobbalzare dalla sedia presa direttamente dal primo capitolo. Tuttavia il solo citazionismo non basterà a rendere il film gradevole specialmente a chi, magari, del brand non conosce molto e potrebbe quindi non cogliere le reference e annoiarsi (per via della scarsa recitazione) nel giro di pochi minuti.

Il lavoro fatto per quanto riguarda le ambientazioni scenografiche e la fotografia è sicuramente un aspetto che mi sento di premiare, poichè è in linea con gli standard horror del videogioco. Tuttavia lo stesso discorso non si può fare per quanto riguarda la scelta degli effetti speciali di cui vi parlerò proprio adesso. Purtroppo, per quanto riguarda quest’ultimi, gli effetti in CGI sembreranno essere non conformi alle aspettative di un film del 2021. Vi dedico un piccolo aneddoto preso direttamente dalla sala stampa: appena sono stati mostrati alcuni degli effetti fatti in CGI di cui, per motivi di eventuali spoiler non possiamo rivelarvi in che punto della trama sono presenti, alcuni giornalisti si sono guardati con degli sguardi sbigottiti e abbastanza confusi e pochi secondi dopo aver realizzato che quelli erano effettivamente gli effetti speciali, nella sala è calato un gelo misto anche a qualche risata imbarazzata. Ciò la dice lunga sul lavoro, scarso, fatto da una produzione che dovrebbe teoricamente omaggiare un videogioco. A meno che l’intento non era rendere omaggio ad i B-Movies. Se quello era l’obiettivo principale, l’hanno centrato perfettamente.

A proposito di B-movies, passiamo alla parte più dolorosa: la scelta attoriale. C’è un attore, nello specifico, che ha destato tanto clamore: tale Avan Tudor Jogia il Leon Kennedy del film. Non si riesce a capire se il regista, per qualche motivo a noi oscuro, abbia un odio recondito verso di lui ma quando vedrete la pellicola capirete immediatamente che Leon NON sarà il personaggio presente nell’immaginario collettivo. Scordatevi l’originale presente nella saga videoludica di Capcom, quello che vi ritroverete invece sarà una versione superficiale e per molti versi irritante visto che le sue battute risulteranno spesso fuori luogo. Ma anche gli altri componenti del cast non è che si salvino particolarmente dalle loro interpretazioni. La sensazione che si avrà vedendo le riprese dall’alto con gli attori coinvolti alle prese con gli zombie (di cui, il trucco, è comunque un buon lavoro) sarà come vedere una sorta di raduno di cosplayer facilmente trovabili nelle diverse fiere del fumetto. Il che non garantisce ottime prestazioni.

Gli attori, tutti nessuno escluso/a, sembrano essere presi da un contesto horror differente da quello della saga di Capcom, forse il regista voleva immettere una vena comedy per spezzettare la tensione (già inesistente salvo qualche jumpscare) del film, quasi come se fossero dei liceali alle prese con un misterioso assassino intento a doverli uccidere tutti. Missione fallita fin dal principio e che renderà la visione purtroppo ancora più amara.

Leon Scott Kennedy lo ricordavo diverso…forse mi sbaglio io.

Resident Evil: Welcome to Raccoon City si può definire un timido tentativo di riprendere mano ad un brand che già in passato non aveva granchè da dire a livello cinematografico. Purtroppo, questo tentativo di rinascita, farà felice (forse) giusto chi del brand è affezionato, ma le costanti scene d’azione miste ad un contesto commedy non renderanno giustizia alle speranze di chi sperava di rivivere i fasti videoludici dell’opera del 1996. Resident Evil: Welcome to Raccoon City è disponibile in sala a partire dal 25 novembre.