Non fingerò di aver previsto che avrei potuto continuare a recensire anche gli altri episodi della Ruota del Tempo. Amazon, con mia sorpresa, ci ha però concesso altri capitoli della serie in anteprima, e quindi si continua.

Un avviso: in questi articoli non ripeterò i giudizi espressi nella recensione dei primi tre episodi, quindi se volete sapere la mia opinione sull’inizio della serie, andate qui.

Fatte le dovute premesse, e sempre senza alcuno spoiler in caso qualcuno voglia leggersi ognuna di queste recensioni prima di cominciare a guardare la Ruota del Tempo, vediamo cosa Amazon ha costruito sulle basi stabilite nelle prime tre ore scarse di questa serie.

La Ruota del Tempo non rallenta

Basta poco per capire che questa storia non ha intenzione di rallentare. Anche il quarto episodio continua con il ritmo forsennato dei primi tre. Il cast di personaggi presentati si è ormai espanso a raggiungere almeno una dozzina di personaggi ricorrenti, senza contare quelli terziari che probabilmente non torneranno più a schermo.

Quello che è cambiato in meglio è sicuramente il lato tecnico. Le incertezze del primo episodio non si sono più ripetute, il montaggio è pulito e le inquadrature ordinate, anche se quelle notturne continuano ad essere leggermente troppo scure per i miei gusti. Le scene d’azione sono ancora un po’ confusionarie, specialmente quando si tratta di incorporare l’utilizzo dell’Unico Potere nelle battaglie.

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Il modo in cui è rappresentato l’Unico Potere però funziona molto bene

Il resto del comparto tecnico si mantiene ad alti livelli. Specialmente i costumi, che continuano ad essere utilizzati benissimo nella caratterizzazione immediata dei personaggi secondari. Anche le incertezze degli effetti speciali sembrano essere sparite.

 

Probabilmente gli errori che avevo riscontrato nei primi episodi erano dovuti proprio al fatto che l’inizio di una serie TV, anche se pensata per lo streaming, è sempre un po’ strano in fase di produzione. Per fare un esempio, qualcuno si ricorda il primo episodio del Dr. House, che era tutto arancione?

Il più grande mistero della Ruota del Tempo

Esistono molti interrogativi che ruotano attorno a questa serie. Ad esempio chi dei quattro ragazzi sarà il leggendario Drago Rinato alla fine? La risposta sarà la stessa che danno i libri? Ma soprattutto, come è possibile che i personaggi secondari continuino ad avere dialoghi e caratterizzazione migliori dei protagonisti?

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A volte penso che in realtà il protagonista sia lui

Prima questo elemento spiccava soltanto per la bassa qualità dei dialoghi tra i protagonisti, e per il loro scarsissimo sviluppo in tre episodi. Ora però a fare da contrasto iniziano ad esserci piccoli archi di sviluppo di personaggi secondari ben fatti, con dialoghi magari non strabilianti, ma più che accettabili. Nel frattempo il massimo che i nostri quattro prescelti riescono a esprimere è “io ci sono sempre per te”.

Questa alternanza tra una qualità degna di una serie con questo tono e scambi che si possono trovare in un qualunque teen drama è inspiegabile. E lo diventa ancora di più se si aggiunge il perfetto lavoro di “Show, don’t tell” fatto in fase di scrittura.

Show, don’t tell

Il mondo della Ruota del Tempo è sterminato. Sarebbe semplicissimo per gli scrittori cadere nella trappola del “Pesce fuor d’acqua”. I protagonisti non sanno nulla di come funziona il mondo, sarebbe molto semplice affiancare loro un sapiente che si metta a sciorinare spiegazioni sul perché le donne siano più importanti degli uomini nella società, o perché questi non siano in grado di usare appieno la magia.

Invece queste spiegazioni vengono mostrate, inserite con eleganza in situazioni e dialoghi. Il mondo in cui si muovono i personaggi appare in questo modo profondo e strutturato. Non è un’impresa semplice, e certo non sempre riesce, qualche spiegazione ogni tanto c’è, ma nulla di pesante. Un’altra attenzione che, benché apprezzabile, rende ancora più evidente la piattezza dei protagonisti.

L’adattamento

In chiusura, qualche parola per i lettori dei libri. Avete tutta la mia stima, siete stati in grado di fare qualcosa che io non ho nemmeno avuto il coraggio di tentare. Io i libri non li ho letti, per cui giudico questa serie in quanto tale, non in quanto adattamento.

So solo che gli sceneggiatori hanno cambiato davvero tanto, usando le fonti più come spunti che come copioni. In queste settimane proverò ad informarmi (non credo di avere il tempo di affrontare le 740 pagine del primo libro della saga, scusate), e magari entro la fine di queste recensioni farò un piccolo commento sull’adattamento delle serie fantasy in generale, più che di questa in particolare.

A sabato prossimo, per il quinto episodio.