Premessa: questa recensione sarà divisa in due parti, la prima inerente ad un evento stampa di presentazione in cui gentilmente siamo stati invitati, la seconda invece sarà la recensione del film.

Spider-Man: No Way Home è il nuovo film dell’universo Marvel atteso da diverse generazioni di fan dei cinecomic del colosso americano. Le prevendite, infatti, hanno confermato questo dato e da quando sono state aperte, dalla mezzanotte del 6 dicembre, l’entusiasmo degli appassionati dell’amichevole Spider-Man di quartiere non si è fatto attendere, registrando un vero e proprio record mai visto in Italia. In poco meno di 12 ore dall’apertura sono stati venduti infatti oltre 50.000 biglietti. Un dato mai registrato nel nostro paese e che fa capire quanta attesa nutre questo film.

In ogni caso, prima che vi parli della recensione del film, è giusto che sappiate che Sony ci ha gentilmente invitato ad un evento stampa di presentazione del film. La manifestazione è stata suddivisa in due particolari sezioni: la prima parte comprendeva la visione degli iniziali 40′ minuti del film, tutto rigorosamente in lingua originale e senza sottotitoli, con dei controlli per accedervi estremamente rigidi (sono stati sigillati i telefoni) onde evitare spiacevoli sorprese come possibili spoiler inaspettati. Se vi state allarmando per questa cosa vi dico subito di stare tranquilli, in questo pezzo non saranno ovviamente menzionati. Tuttavia, per contestualizzare meglio l’evento, è giusto che vi racconti quantomeno alcune delle cose reperibili a nostra disposizione.

L’ologramma di Tom Holland, da L.A. in diretta, con Alessandro Cattelan come presentatore dell’evento in attesa delle domande dei giornalisti.

Dopo l’evento conclusivo di Spider-Man: Far from Home, Peter Parker si trova ad affrontare una situazione inaspettata: la sua identità, per la prima volta in assoluto, è stata rivelata da Mysterio e si trova a dover affrontare improvvisamente una fama non richiesta con gli occhi del mondo tutti puntati su di lui ed i suoi familiari. Per sistemare questa insidiosa situazione, Peter crede che affidarsi al Dr. Strange possa essere la migliore soluzione per poter ritornare indietro nel tempo e “sistemare” alcuni dei problemi lasciati in sospeso in questa dimensione. Ci riuscirà?

Con questo cliffhanger, passo invece a parlarvi della seconda parte dell’evento stampa: nel prestigioso studio 10 di Cinecittà i giornalisti presenti hanno avuto la possibilità di “incontrare”, seppur virtualmente tramite un ologramma, Tom Holland l’attore che ormai da diversi anni interpreta Spider-Man. Nella conferenza, Tom ha dichiarato più volte che, come l’eroe del fumetto, da grandi poteri derivino grandi responsabilità: nel suo caso rivolto nel gestire bene la notorietà che, un po’ come Spider-Man nel film, una volta ottenuta gli ha cambiato la vita tentando di lanciare messaggi positivi alle persone che lo seguono come esempio di vita. Su domande invece più specifiche, ad esempio sul rapporto che c’è tra Peter Parker e Dr. Strange, simile in qualche modo a quello che c’era con Tony Stark, l’attore non si è sbilanciato limitandosi a dire che i due sono semplicemente degli “amici” e che si sono conosciuti solo tramite gli Avengers e che lui non sarà un mentore come lo fu Stark. Tuttavia ha spiegato successivamente che in questo film, il suo Spider-Man sarà una versione più adulta e responsabile rispetto a quanto visto fino ad ora, diventando un vero e proprio leader. Roba che Tony Stark, probabilmente, ne andrebbe orgoglioso.

RECENSIONE

Trovare le parole per descrivere questa pellicola è un’impresa non semplice. Le emozioni vissute in sala, con la stanza gremita di giornalisti, sono state pazzesche. Erano presenti ben tre generazioni di spettatori nella stessa sala. Per ognuna di esse la sensazione era che nessuna potrà mai sostituire il suo Spider-Man con uno nuovo e infatti nessuno lo sostituirà. Nel film si provano emozioni differenti: si chiudono conti, si risolvono traumi, si esulta (in certi frangenti) e si piange. Insomma, ci si emoziona. Ma dal punto di vista produttivo, quest’idea che il volto di un personaggio corrisponda a un universo e non all’icona apre la porta a una moltitudine di soluzioni creative. Tutte molto interessanti e appaganti. Con questo spirito ci apprestiamo a raccontarvi il 27° film del Marvel Cinematic Universe.

TRAMA:

Per la prima volta nella storia cinematografica di Spider-Man, viene rivelata l’identità del nostro amichevole eroe di quartiere, ponendo le sue responsabilità da supereroe in conflitto con la sua vita quotidiana e mettendo a rischio coloro a cui tiene di più. Quando chiede l’aiuto del Dottor Strange (Benedict Cumberbatch) per ripristinare il suo segreto, l’incantesimo apre uno squarcio nel loro mondo, liberando i più potenti nemici mai affrontati da uno Spider-Man in qualsiasi universo. Ora Peter dovrà superare la sua più grande sfida, che non solo cambierà per sempre il suo futuro, ma anche quello del Multiverso.

Ciò che colpisce vedendo questo nuovo cinecomic targato Marvel e Sony riguarda la crescita di Spider-Man (interpretato dal bravissimo Tom Holland): un personaggio che con questo episodio conferma uno sviluppo esponenziale e una maturità mai vista nelle precedenti pellicole. Come già ripetuto nella prima parte dell’articolo, Peter Parker, a sua insaputa, si trova costretto a dover reagire e contrastare una fama non richiesta dopo che Mysterio ha svelato la sua identità e contemporaneamente viene accusato dal Daily Bugle di John Jonah Jameson (interpretato ovviamente dall’unico direttore: J.K. Simmons) di essere il responsabile dell’uccisione proprio di quest’ultimo, Quentin Beck. Il film, dunque, parte proprio da dove era stato concluso il precedente. La rivelazione dell’identità, per un Supereroe, è un tema assai delicato e la segretezza sul preservare la vita privata è importantissima per tutelare non solo sè stesso ma anche le persone a lui più care. Immaginatevi dunque di ritrovarvi con un’identità ormai alla mercè di tutti, compresi i malintenzionati. Il tema della violazione non è da sottovalutare in quanto rappresenta, per tutto il film, uno dei punti focali della pellicola: da questo pretesto nasceranno infatti tutte le conseguenze nefaste che conseguiranno le disavventure (ma contemporaneamente anche la crescita) di Spider-Man. La vita privata dunque viene violata e a farne le spese non sarà solo lui, ma anche i suoi amici e familiari. Problematica che ovviamente non può essere accettata da Peter che per risolvere il problema pensa bene di rivolgersi al Dr. Strange, una figura capace di aiutarlo nei momenti di difficoltà.

Ma ovviamente, come dice la nota catchphrase di Spider-Man “da un grande potere derivano grandi responsabilità“, ed infatti dalla scelta fatta da Peter derivano anche delle conseguenze dai toni drammatici. Tranquilli, non vi scriverò le motivazioni del dramma proprio per non sfociare nello spoiler, tuttavia da quella serie di episodi nascerà con lentezza la consapevolezza dell’essere un eroe speciale assumendosi quindi le sue responsabilità con una conseguente graduale crescita che renderà il personaggio di Holland un leader unico e, probabilmente, ricordato dai posteri proprio per via della grande interpretazione.

Peter Parker incontra Dr. Strange

Un altro focus fondamentale cade sul presunto multiverso, fenomeno già presente (o già accennato) nelle pellicole Marvel precedenti e che si radica in particolare su questo film. Questo concetto, infatti, consente al Peter moderno di affrontare delle nemesi mai incontrate e che lo metteranno in seria difficoltà. L’attesa della gente su questo film ricade proprio anche sulla curiosità di conoscere il destino che avrà l’amichevole Spider-Man di quartiere nel cercare di sistemare i danni causati da queste “nuove” entità del multiverso. Quali nemici incontrerà? Quali saranno le soluzioni per abbatterli? Riuscirà effettivamente a sconfiggere le minacce riscontrate?

Tutti dubbi legittimi che motivano sempre di più il cammino dell’eroe verso un traguardo che probabilmente soddisferà tutti i fan di vecchia (e nuova) generazione. Nel film si incontreranno infatti volti già noti nell’universo cinematografico dell’Uomo Ragno e, a distanza di così tanti anni, è sorprendente vederli in un contesto moderno, come se dai film del passato non fosse cambiato assolutamente nulla.

Onestamente rivedere alcuni di quei volti già incontrati in passato potrà rievocare piacevoli sensazioni ai cinefili più attempati e magari curiosità nel recuperare i precedenti film nelle nuove generazioni. Mi vorrei soffermare sull’interpretazione di William Defoe, noto ai più come il Green Goblin del film di Raimi, che con una magistrale prova attoriale conferma esattamente le stesse identiche sensazioni di ansia e cattiveria presenti nel film del lontano 2002. Ma Norman Osborn non sarà l’unico “cattivo” che Spidey incontrerà, un altro noto nemico sarà il Dr. Octopus (o Octavius) reinterpretato da Alfred Molina che, a sua volta, conferma i drammi interiori di un personaggio così complesso come il folle dottore schiavo della sua tecnologia omicida. Ma il film non ha solo elementi oscuri, l’interazione che il protagonista avrà con i nemici sarà sì spettacolare (e rievocativa in certi casi) ma anche comica. Non mancheranno, infatti, degli intermezzi ilari che renderanno l’esperienza visiva meno caotica e pesante, specialmente quando verranno coinvolti MJ (interpretata da una bellissima e bravissima Zendaya) e Ned (Jacob Batalon) il goffo amico di Peter Parker.

“Un giorno un bel ragnetto si voleva arrampicar, ma poi arrivò Goblin che lo fece stramazzar!”

Il citazionismo, comunque, è un altro elemento ricorrente che farà esaltare dalla sedia del cinema probabilmente tutti gli appassionati della serie cinematografica inerente all’Uomo Ragno. Non possiamo sbilanciarci oltre, ma mi sento sicuro di dirvi che quando entrerete in contatto con quei momenti, sarà difficile non emozionarsi e probabilmente esulterete, com’è giusto che sia.

Parlando invece di linguaggio cinematografico, la pellicola presenta una buona cura per quanto riguarda la fotografia e anche l’audio di cui, onestamente, ho avuto la sensazione che fosse ispirato dalle musiche composte nelle vecchie pellicole della trilogia di Sam Raimi. Se per la presentazione stampa abbiamo inizialmente avuto modo di approcciarci al film per 40′ minuti con l’audio originale (e senza sottotitoli…), nel caso della proiezione stampa ufficiale l’audio era doppiato in italiano ed anche in questo caso il lavoro di localizzazione è stato eccellente.

Il terzo film dedicato all’Uomo Ragno ad opera di Jon Watts regala grandi emozioni: vi ritroverete davanti ad una pellicola che, durante tutta la sua durata, vi darà la sensazione di vivere un costante giro sulle montagne russe. Il ritmo, infatti, è frenetico e incessante, non ci si fermerà mai tra scene condite di sezioni umoristiche ad altre decisamente più serie. Spider-Man: No Way Home è disponibile nelle migliori sale cinematografiche a partire dal 15 dicembre. Buon Spider-Man day a tutti.