Chi ha detto che i cosiddetti e temuti “cinecomics” debbano per forza essere un fenomeno relegato agli Stati Uniti? Recentemente, in sala è arrivato Spider-Man: No Way Home, e in Italia i Manetti Bros hanno pensato di combattere la controparte americana con “Diabolik” adattamento cinematografico del noto antieroe fumettistico italiano frutto delle pregiatissime mani delle Sorelle Giussani. L’attesa e le aspettative per questo film, sono alte e l’uscita in sala va a competere proprio con il film americano. Come sarà la risposta del pubblico?

Clerville, anni ‘60. Diabolik, ladro privo di scrupoli e di cui nessuno conosce la vera identità, ha portato a segno un altro colpo, sfuggendo anche questa volta con i suoi abili trucchi agli agguati della polizia. Intanto in città c’è grande attesa per l’arrivo di Lady Kant, affascinante ereditiera che porta con sé un famoso diamante rosa. Il gioiello, dal valore inestimabile, non sfugge all’attenzione di Diabolik che, nel tentativo di impadronirsene, rimane però ammaliato dal fascino irresistibile della donna. Ma ora è la vita stessa del Re del Terrore a essere in pericolo: l’ispettore Ginko e la sua squadra hanno trovato finalmente il modo di stanarlo e questa volta Diabolik non potrà salvarsi da solo. Inizia così la storia oscuramente romantica tra Diabolik ed Eva Kant. Un sodalizio e un amore che faranno da sfondo a mille pericolose avventure.

La trama di questo film è liberamente ispirato al terzo volume intitolato “L’arresto di Diabolik“. I Manetti Bros hanno preso uno dei capitoli più noti ed interessanti della storia fumettistica delle sorelle Giussani del 63′ riportandolo fedelmente nello schermo. L’albo in questione è quello in cui il celebre assassino e ladro Walter Dorian/Diabolik (Luca Marinelli) dopo una serie di colpi rimane affascinato da Eva Kant, ricca e misteriosa ereditiera interpretata da una bravissima Miriam Leone.

Una delle caratteristiche che rende il film interessante riguarda la passione fedele che i due registi romani hanno voluto imprimere nel tentare di rimanere il più fedeli possibili a quanto letto dal fumetto delle sorelle Giussani. Le inquadrature (di cui alcune, stando a quanto detto dagli stessi Manetti Bros in conferenza stampa, sono omaggi ad altri capolavori della 7° arte) sono curate maniacalmente donando l’impressione non tanto di star vedendo un film ma di leggere in tempo reale il fumetto da cui è tratto. Alcune interpretazioni, specialmente i personaggi secondari, daranno proprio questa impressione, gli manca solo il noto riquadro fumettistico del balloon con annessa la battuta scritta.

Ma da un grande omaggio derivano, purtroppo, anche grandi responsabilità: questa pellicola ha il peso di ereditare un mostro sacro del fumetto italiano di cui l’attesa in sala mancava, circa, dal 1968 quando Mario Bava ne portò una sua versione sul grande schermo che però non ebbe particolarmente successo e venne bocciata anche dalle autrici del fumetto originale. I Manetti si sono dunque presi questa responsabilità e sono riusciti parzialmente a risollevare le aspettative in un film del genere. Sicuramente hanno fatto un ottimo lavoro per quanto concerne il realismo nel ricreare fedelmente le atmosfere di Clerville e più in generale quelle degli albi degli anni 60′, tutto questo si noterà nello specifico grazie all’ottimo lavoro fatto dai costumi, dalle tecnologie dell’epoca e dalla fotografia, marchio di fabbrica dei Manetti Bros che anche in questo caso si confermano maestri.

Tuttavia il procedimento della storia, proprio perché tenderà ad essere fedele al fumetto, la pellicola soffre di alcuni momenti che potrebbero sembrare agli occhi del visitatore leggermente lenti e per certi versi non coerenti creando quindi confusione. Si parte da una fase action dove ci viene presentato Diabolik (interpretato da Luca Marinelli) ed il detective Ginko (Valerio Mastrandrea) intento a voler catturare il noto assassino/ladro che però ha sempre un asso nella manica per scappare dalle situazioni estreme. Dopo questa breve, ma intensa, presentazione il film si sposta sulla conoscenza di Eva Kant. Sarà proprio da questa premessa che Diabolik entrerà in contatto con Eva per rubarle ciò che a lei è più caro, rimanendo però ammaliato da lei. Non entro troppo in profondità per evitarvi possibili spoiler ma da questa fase in poi, nonostante la magistrale interpretazione della Leone, inizieranno ad arrivare i problemi a livello di ritmo del film. Si aggiungeranno infatti tutta una serie di episodi ed intrecci (anche politici) che se letti in un fumetto, probabilmente, non creano disagi, se invece sono contestualizzati in un’ottica cinematografica a lungo andare potrebbero creare non pochi problemi di comprensione dell’andamento del film.

Il ritmo andrà via via a rallentare sempre di più eliminando, quindi le fasi action per concentrarsi sempre di più sul contesto narrativo. Non che sia un male per forza, anzi, la fedeltà al contesto originale è sempre un pregio, tuttavia chi si aspettava di vedere un film con solo fasi d’azione potrebbe rimanerne assai deluso. Marinelli, nel ruolo di Diabolik, risulta essere la figura che delude di più specialmente se paragonato ai due illustri colleghi. Nel film non risplende, ha poche battute e l’impressione generale è che appaia svogliato o comunque non particolarmente interessato nel svolgere il ruolo (fondamentale) che ricopre, al punto che, anche se si vocifera da tempo l’arrivo di un possibile sequel o, addirittura, una serie televisiva, sembrerebbe che lui abbia deciso prematuramente di lasciare il ruolo proprio dopo questo film. Un segnale non certamente positivo ma che comunque è coerente con Diabolik e le sue identità segrete pronte ad essere ogni volta cambiate. Contrariamente l’Eva Kant di Miriam Leone è meravigliosa. Ed è proprio lei che esalta la pellicola con i registi che le dedicano gran parte delle fasi più interessanti del film, con lei a soppesare l’inevitabile sfida tra l’ispettore Ginko (Valerio Mastandrea) e Diabolik.

Un capitolo a parte, invece, riguarda la colonna sonora: come al solito i fratelli Manetti hanno scelto la loro ancora di salvezza affidandosi al duo Pivio (Roberto Pischiutta) e Aldo de Scalzi. Le loro musiche risulteranno, come sempre visti i precedenti, perfette per ogni contesto narrativo del film. Interessanti anche i pezzi solisti di Manuel Agnelli scritti appositamente per il film (“La profondità degli abissi” e “Pam Pum Pam”).

Nonostante il ritmo a tratti lento, la fedeltà dei costumi, delle atmosfere e delle musiche sapranno tenervi incollati allo schermo, in un periodo che vede la crisi delle sale, i cinecomic (anche quelli nostrani come in questo caso) potrebbero risollevare l’interesse dei cinefili in sala assopito a causa del Covid. Diabolik è disponibile nelle migliori sale d’Italia a partire dal 16 dicembre.