Nel Marioverso deve essere accaduto qualcosa di assai singolare per portare la declinazione calcistica del Regno dei Funghi a conquistare la Galassia. Lontano dai “semplici” campi di calcio al quale la serie Strikers ci ha abituato, l’ultima iterazione del giuoco del calcio home in Nintendo si svolge nello spazio profondo, con arene che si creano modularmente in una gigantesca sfera avvolta dalle stelle. Mario Strikers è tornato.

Cosa ha spinto l’universo intero a eleggere la Battle League Football come lo sport di tendenza galattica? Quale premio si cela dietro a questo spietato torneo? Che taglia di maglietta porta Bowser?

Queste e altre domande non trovano ovviamente risposta. Ma nessun problema, tanto è tutto un pretesto per riempirsi “sportivamente” di botte.

La prima regola è che non ci sono regole. La seconda è: studia bene il tutorial.

Innanzitutto, per chi non conoscesse il brand, che cos’è Mario Strikers? È presto detto. Una versione totalmente folle e sconsiderata del calcio, al quale si alternano spallate da pronto sottocorso, lanci di Gusci sui denti e ogni scorrettezza possibile. Ah sì, si vince sempre facendo gol.

Le scorse interazioni della serie Strikers, soprattutto il capostipite su Game Cube, presentavano un gameplay frenetico e immediato ma anche abbastanza asciutto e senza troppa vrtticalita. La prima cosa che si può notare in Mario Strikers Battle League Football è una rinnovata profondità nel gameplay, che cerca di fare proprio il concetto “easy to learn, hard to master”. Ed effettivamente giocando il lungo – e ben curato- tutorial si denota una certa tecnicità nell’ossatura del titolo. Le azioni di base sono semplici e poco numerose: un tackle, una schivata, due tipi di passaggio e un tiro. Ogni azione però può esser eseguita con un tempismo migliore – alcuni tra l’altro molto stretti – per ottenere un migliore risultato: più preciso, più difficile da contrastare, più potente, eccetera. Si possono creare ritmi di gioco precisi, dando vita a un flow inaspettato.

Le azioni più complesse e meglio calibrate non sono affatto semplici da eseguire, soprattutto durante la frenesia di un match. Padroneggiarle però può fare sinceramente la differenza e tale struttura potrebbe rappresentare uno dei maggiori punti di forza della produzione. Mario Strikers Battle League Football non è insomma un titolo che rimane uguale a sé stesso, necessita di studio e dedizione. Qui ora dovrei aggiungere una roba tipo “proprio come il calcio che tanto amiamo” ma il calcio mi ammorba, quindi niente.

Tutti i calci minuto per minuto

Una partita “classica” di Strikers dura 4 minuti. Pochi, possono sembrare. Ma considerata la natura Arcade e l’assoluto delirio che si infiamma sui campi da gioco, si rivela la durata perfetta per godersi appieno un caotico match. Mettere in pratica quanto imparato sui quieti campi di prova non è cosa da poco considerata la velocità con cui si svolge lo scontro e il fatto che gli avversari tenteranno di metterci fuori gioco con ogni mezzo, utilizzando violente scivolate o oggetti di ogni tipo per avere la meglio sulla nostra squadra.

L’azione è concitata e- ho già usato i termini “frenetica” e “caotica”?

Mario Strikers è molto divertente, questo voglio specificarlo. Ma qualche dubbio che si riveli un’esperienza troppo caotica c’è. Coordinarsi non è semplicissimo data la velocità di gioco, e le tecniche più precise e “pulite” potrebbero non sposarsi al meglio in un’esperienza che si basa tanto sulla reattività. Insomma, questo nuovo capitolo di Strikers presenta una profondità inaspettata nelle sue meccaniche, ma non sono ancora convinto che possano esprimersi al meglio all’interno del suo contesto così immediato.

Fashion Strike

Scendere sul campo da gioco semplicemente in maglietta e pantaloncini non sarebbe una vera esperienza da “strikers”. In Battle League Football si ha la possibilità di “vestire” i nostri personaggi con veri e propri pezzi di armatura, suddivisi fra varie parti del corpo: testa, torso, gambe e braccia. Nell’anteprima giocata è stato possibile vedere cinque diversi pezzi di armatura per ogni parte. Ogni pezzo di equipaggiamento, acquistabile con la valuta che si ottiene con le varie coppe pensate per il gioco in locale, ci offre un bonus e un malus alle caratteristiche, potendo rendere dunque un personaggio più lento ma poderoso, o meno resistente ma più preciso, è così via. Si può dunque dare un taglio molto personale alla propria squadra, pescando da un roster di 10 personaggi, ognuno con le sue peculiarità.

La possibilità di dover acquistare questi pezzi con la valuta in game potrebbe essere uno dei cardini per spingere al gioco in locale e di conseguenza ad ampliare la longevità del titolo anche in single player, prima do tuffarsi nel multiplayer online, che ovviamente non è stato possibile provare ma che dovrebbe rivelarsi uno dei focus della nuova esclusiva Nintendo.

È stata la mano di Bowser

Mario Strikers Battle League Football si presenta più che bene a oggi, al netto di qualche dubbio. È sicuramente un prodotto divertente e con un’inaspettato e graditissimo risvolto “tecnico” nella sua struttura ludica, sebbene non sia ancora chiaro quanto possa emergere all’interno di un design così caotico delle partite. Menzione d’onore al fronte tecnico e stilistico. In modalità docked il titolo appare pulito e solido. Grazie a una palette di colori vivace e agli spettacolari super tiri, questo nuovo Strikers è una piccola festa per gli occhi.

Sarà interessante vedere gli sviluppi riguardo alle modalità online e al supporto di Nintendo al titolo nel corso dei prossimi anni su questo fronte. Le potenzialità del resto sono alte ma a oggi è difficile stabilire se la mole di contenuti offerta possa bastare a soddisfare il pubblico sul lungo periodo. In questo momento, la voglia di tornare sul folle campo da calcio è molta però, e il 10 giugno fortunatamente non è troppo lontano.