Qualche giorno fa si è tenuta a Sao Paulo in Brasile l’ultima edizione del BIG Festival, la kermesse dedicata all’innovazione videoludica nel mercato latino. Tra i vari ospiti della manifestazione, il designer di giochi come Chroma Squad o Out of Space Mark Venturelli avrebbe dovuto tenere una lezione sul “Futuro del Gaming”, tema che a pochi minuti dall’inizio aveva attirato un certo numero di spettatori verso il palco.

Tuttavia, subito dopo l’inizio, Venturelli ha messo le mani avanti e ha rivelato lo scherzetto fatto agli organizzatori. Secondo quanto riportato da alcuni utenti sui social media come Twitter, la presentazione (che potete trovare in inglese tramite questo link) si è focalizzata principalmente sullo screditare i videogiochi NFT (Non-fungible token), un genere che di recente ha trovato pane per i suoi denti all’interno del mercato latino.

“Vi ho ingannato. Il nome della mia lezione non è “il futuro dei video games”. Ho dovuto cambiarlo, o altrimenti non lo avreste (gli organizzatori ndr.) approvato. Il vero nome è “Perché gli NFT sono un incubo.”

Il video ha fatto subito il giro della rete, soprattutto tra quelle schiere di videogiocatori che ogni giorno remano contro le nuove strategie attuate da software house come Square Enix, Ubisoft, Konami e tante altre, e che nell’ultimo anno si sono concentrate molto sulla blockchain ed il modello di gioco Play to Earn (P2E). Questo ha poi portato ad un escalations delle discussioni, al punto da renderli veri e propri campi minati pieni di tossicità contro i sostenitori della blockchain e la fiera stessa, scenario dal quale lo stesso Mark Venturelli – che come obiettivo voleva semplicemente mettere in risalto la scena latina indipendente – si è allontanato.

“L’intento del mio intervento era quello di creare scalpore verso il gaming su blockchain in generale, non sul festival. Non era un vero e proprio scherzo, ma è molto più complesso di quanto un tweet possa far trasparire. Era principalmente rivolto agli ospiti internazionali e che credono che la scena brasiliana sia principalmente su blockchain, ma non è neanche lontanamente la verità. Hanno bisogno di spendere tanti soldi per comprare una rilevanza artificiale, ma al momento sono una parte dell’industria insignificante.