Se negli ultimi giorni vi abbiamo parlato del futuro della serie Assassin’s Creed, oggi è arrivato il momento di parlare nuovamente di un problema che purtroppo continua ad essere presente all’interno di Ubisoftgli abusi sul posto di lavoro.

In una testimonianza inviata alla testata TheGamer, un membro anonimo dell’iniziativa “A Better Ubisoft” ha rivelato che molti dei membri di Ubisoft Quebec si sono rifiutati di lavorare ad Assassin’s Creed Codename Red, progetto annunciato durante lo scorso Ubisoft Forward e che tra i membri dello staff include anche il creative director Jonathan Dumont, uno dei principali protagonisti dell’enorme scandalo che ha coinvolto Ubisoft nel 2020.

Secondo il dipendente anonimo, all’interno di Ubisoft Quebec vigerebbe un clima di paura nei confronti di Dumont, situazione che ha costretto molti dei suoi colleghi a lasciare il proprio posto nella software house.

“Dumont è il motivo per cui molti dei miei colleghi se ne sono andati. Sia per le sue avance sessuali, per le sue intimidazioni, sia per la paura dopo aver visto il suo modo di comportarsi quando era di cattivo umore. I suoi sfoghi hanno creato un clima di paura che nello studio è noto da anni.”

Dopo lo scoppio dello scandalo, e l’allontanamento di un gran numero degli individui coinvolti, Dumont ha cercato di migliorare il suo modo di fare. Ma trattandosi tuttavia di “ricordi ancora troppo freschi”, moltissimi dei dipendenti dello studio di Quebec hanno comunque richiesto di non essere coinvolti nello sviluppo di Codename Red.

In risposta all’articolo di TheGamer, un portavoce di Ubisoft ha fornito alla testata una dichiarazione del CEO Yves Guillemot, il quale afferma che Dumont e altri personaggi coinvolti negli abusi sono stati “scagionati e ripuliti”.

“Ubisoft prende molto sul serio tutte le accuse. E sebbene non possa commentare i casi nello specifico, posso assicurarvi che tutti i membri del team citati nel report e che rimarranno in Ubisoft sono stati sottoposti a una rigorosa revisione e sono stati o scagionati, oppure adeguatamente disciplinati, attraverso un piano d’azione personalizzato per sostenere e monitorare i loro progressi.”

Tuttavia, stando all’ultimo report pubblicato sui profili social di A Better Ubisoft, il problema continua ad essere sempre presente. Secondo alcune testimonianze infatti “Ubisoft continua a svolgere un lavoro penosamente lento”, nonostante l’inclusione di un piccolo Dipartimento Diversità e Inclusione all’interno dei propri ranghi.

Inoltre, A Better Ubisoft ha affermato che altri 9 maltrattatori starebbero continuando a lavorare e ad ottenere nuove posizioni ed incarichi all’interno dell’azienda, nonostante le testimonianze dei loro abusi nei confronti dei colleghi.