Molti giocatori hanno criticato il primo Assassin’s Creed, valutandolo come un gioco terribilmente ripetitivo. Ma le cose sarebbero potute andare addirittura peggio se non fosse stato per i suggerimenti ricevuti dal figlio del CEO di Ubisoft.
Il curioso aneddoto è stato raccontato da Charles Randall, ex sviluppatore in seno alla casa francese, che ha spiegato come l’intera vicenda lo abbia condotto a quelli che lui ha definito come “i 5 giorni più pazzi della mia vita”.
oh yeah I forgot the key part. he says "we have to put all these side missions into the game in five days, and they have to be bug free, because the build is going to be burned directly to disc and released to retail."
— Charles Randall (@charlesrandall) May 23, 2020
Dopo aver giocato la prima versione del titolo infatti, il figlio di Yves Guillemot aveva bollato il gioco come “noioso”, costringendo il team a tornare al lavoro in fretta e furia per arricchire l’esperienza con delle attività secondarie (e senza bug) prima che il tutto venisse pubblicato.
Una storia certamente singolare, soprattutto pensando a come il destino di un gioco così conosciuto tra il grande pubblico sia passato per le mani di un ragazzino e che, seguendo i suoi suggerimenti, un team di appena sei persone sia poi riuscito a creare tutte le attività secondarie del gioco in appena cinque giorni e senza problemi. A parte uno.
Charles Randall ha infatti raccontato dell’esistenza di un bug, che ha afflitto soprattutto i completisti del primo Assassin’s Creed, per cui la morte accidentale di uno Templari non permetteva di completarne il suo assassinio, costringendo i giocatori a riavviare l’intera partita. Un problema davvero fastidioso, per cui lo sviluppatore si è infine scusato. Meglio tardi che mai…