Torniamo a parlare di Activision Blizzard e di alcune delle sue pratiche “scorrette” che piano piano mettono l’azienda di Bobby Kotick sotto una pessima luce.
Dopo le accuse di molestie e maltrattamenti riportate nel corso dell’ultimo anno, il National Labor Relations Board degli Stati Uniti ha recentemente confermato che l’azienda avrebbe minacciato illegalmente i propri dipendenti, imponendo una politica sui social media che – secondo il rappresentante del governo statunitense – viola i diritti basilari di un lavoratore.
Al momento Activision Blizzard non ha risposto alle accuse che, se confermate, potrebbero portare ad una nuova denuncia da parte della National Labor Relations Board stessa, stando alle parole della segretaria Kayla Blado.
Non è la prima volta che il nome di Activision Blizzard viene accostato alla violazione dei diritti di un lavoratore. Qualche settimana fa vi abbiamo parlato di come l’azienda stesse ostacolando la sindacalizzazione di Raven Software, negando bonus e sabotando le elezioni interne alla software house. Elezioni che, ed è notizia di qualche giorno fa, si sono concluse con la creazione del sindacato Game Workers Alliance.
Next, this group of Raven testers will set out to negotiate a contract with Activision. Based on how Activision has reacted to Raven's union efforts so far, safe to say the coming negotiations will be neither short nor easy.
— Jason Schreier (@jasonschreier) May 23, 2022
“È ufficiale: i tester di Raven Software hanno votato per formare il primo sindacato dell’industria videoludica statunitense. Ci sono stati 19 voti a favore e 3 contro. Adesso, questo gruppo di tester dovranno negoziare un contratto con Activision. Basandosi sulla reazione di Activision agli sforzi di Raven nel formare un sindacato, queste prossime negoziazioni non saranno né veloci né facili.”