Making The Cut è il nuovo reality show prodotto da Amazon Prime Video, con l’obiettivo di incoronare un nuovo stilista di successo, ma soprattutto di cambiare per sempre il modo in cui facciamo shopping. Tutto nasce da Project Runway, noto programma di moda condotto dalla bella Heidi Klum per ben 16 stagioni. La serie intratteneva bene e mostrava il talento dei partecipanti, ma l’esperienza finiva lì: quanti degli spettatori hanno effettivamente indossato uno degli abiti mostrati? La Klum ha perciò coinvolto Tim Gunn, che con lei ha presentato il vecchio reality agli albori, e si è rivolta a Amazon per poter ottenere una diffusione sul mercato dei look realizzati nel programma.

Funziona così: il look vincente di ogni puntata viene subito messo in vendita su Amazon nella categoria apposita. Per far sì che sia adatto a essere indossato, il completo in questione deve essere sotto un certo prezzo (si parla di 100 dollari), disponibile in un ampio range di taglie e soprattutto adatto allo stile di vita del compratore medio. Esclusa perciò l’haute couture e tutta una serie di design più sperimentali, che però possiamo comunque goderci guardando il programma, ma che non partecipano a questo sistema di distribuzione.

Making the cut abito

La prima stagione di Making The Cut si sviluppa in 10 episodi, rilasciati nell’arco di cinque settimane a partire dal 27 marzo. In ogni puntata i designer partecipanti sono chiamati a varie sfide, che in genere consistono nel realizzare due o più look, facendosi ispirare a ciò che li circonda o dovendo seguire determinati temi. Uno dei completi realizzati è quello che potrebbe vincere ed essere proposto al pubblico, perciò deve essere “indossabile” e adeguato allo scopo. In genere ci troviamo di fronte a abiti da passerella e alla loro versione più sensata e quotidiana, ed è molto piacevole vedere come uno stilista sia in grado di scalare una propria idea, diluendone l’intensità ma lasciando intatto il senso del design. Ad aiutarli nel compito ci sono dei sarti, che di notte proseguono il lavoro seguendo le loro precise indicazioni, ma è capitato anche che dovessero fare tutto da soli, trovandosi così a cucire e mostrando la propria competenza a 360 gradi. I dodici stilisti hanno inoltre la possibilità di viaggiare nelle città più iconiche per la moda contemporanea, partendo con Parigi e Tokyo. I panorami mostrati sono magnifici, e godersi gli scorci di queste capitali è un valore aggiunto da non sottovalutare. A Tokyo ci si focalizza molto sullo streetwear e sullo stile eccentrico e colorato di Harajuku, mentre a Parigi il tema è più classico ed elegante. Riveste un ruolo fondamentale anche la scelta degli accessori e del look dei modelli che sfileranno: può davvero fare la differenza. Alla fine della puntata infatti, dopo aver assistito alla progettazione dei capi, all’acquisto di stoffe e alla realizzazione, viene mostrata una sfilata in un luogo rappresentativo della città, in cui vengono presentati i prodotti (si spera) finiti.

making the cut tim

Le storie personali dei partecipanti filtrano attraverso le maglie del programma, e ci ritroviamo a scoprire i loro desideri e le loro ambizioni. Degli appositi flashback raccontano infatti il loro passato, la loro formazione e come si sono avvicinati al mondo della moda, nonché cosa rappresenti per loro la creatività e l’arte. Ciò nonostante non si arriva mai a un drama eccessivo o a scene patetiche, e l’atmosfera rimane leggera e molto focalizzata sulla moda. Capita comunque di affezionarsi ai protagonisti e a tifare per uno di loro, sia per la loro personalità che per lo stile dei loro abiti, estremamente personale e riconoscibile. In ogni episodio viene eliminato chi non è in grado di Fare il Taglio, e quindi di proseguire il suo percorso in Making The Cut. I giudici presenti nel programma sono Nicole Richie, Carine Roitfeld, Joseph Altuzarra e Naomi Campbell, nomi probabilmente noti a chiunque si interessi di moda. Da una certa puntata in poi si unisce a loro la nostrana Chiara Ferragni. I loro giudizi si basano sui gusti personali,ma anche sulla obiettiva valutazione della qualità sartoriale e della solidità del brand proposto. Sanno anche essere piuttosto cattivi quando necessario, ed è divertente assistere agli esami finali. Considerando che il vincitore si porterà a casa un milione di dollari, oltre alla possibilità di realizzare un’intera collezione su Amazon, la faccenda è più che seria.

Ho apprezzato Making The Cut, e ho visto i sei episodi in anteprima tutti d’un fiato. Trovo che sia un programma ben realizzato, che mantiene un eccellente ritmo e presenta pochi tempi morti. Ci si appassiona facilmente, e può essere gradevole anche per chi non si interessa al tema trattato. Molto buona anche la musica che accompagna i vari episodi. Reputo inoltre presentatori all’altezza Tim e Heidi, il primo inoltre fornisce validi consigli e supporto agli stilisti durante la realizzazione degli abiti. Le scenette insieme dei due sono adorabili (a parte qualche eccezione in cui forse si scade nel ridicolo) e hanno un ottimo feeling.

heidi klum

Più di tutto, amo l’idea dietro il reality e sono convinta che potrei acquistare alcuni dei look che saranno disponibili, in particolare il primo vestito vincitore. Questa formula apre la strada a possibilità estremamente interessanti, e introduce brand nuovi su Amazon, che punta probabilmente a vendere anche prodotti di alto livello agli appassionati di moda. In un mondo dove l’e-commerce va crescendo, ritengo che cambiare il nostro modo di fare shopping sia saggio, e che l’idea di avere subito disponibile ciò che vediamo in una serie sia molto attraente. Limitarsi ai reality è riduttivo. Non comprereste un paio di scarpe viste in una serie TV, se di vostro estremo gusto? Non ordinereste a domicilio da un ristorante lo stesso identico, invitante piatto che sta mangiando il vostro personaggio preferito in un telefilm? Io sì, e non penso di essere l’unica.