Nelle prossime settimane su PDVG in collaborazione con Giochi Premium vi parleremo di diversi titoli per adulti meritevoli della vostra attenzione, da noi selezionati per voi.

Al netto di un’epoca che sembra essere sempre più proiettata verso il futuro, in tutte le sue accezioni, molti tabù rimangono pressoché intatti e inattaccabili, solamente in apparenza sconfitti e divenuti parte integrante della nostra società. Uno di questi, forse il più ingombrante, è sicuramente quello legato alla sesso, che rimane soventemente un argomento off-limits o comunque trattato e discusso in maniera molto superficiale. Eppure il sesso è parte integrante della nostra quotidianità, presente in tutte le sue forme, spesso come una costante imprescindibile della vita della maggior parte delle persone. Nonostante ciò, parlare di sesso ci imbarazza e l’inibizione ci porta a sviare l’argomento o renderlo triviale, greve o più semplicemente a essere sdrammatizzato con battute ormai risalenti al plesitocene.

Insomma, è una cosa che riguarda quasi tutti, eppure ci comportiamo come se ci fosse qualcosa di sporco o  sbagliato a riguardo, pur sapendo benissimo che le persone intorno vivono di desideri e pulsioni molto simili alle nostre. Questo preambolo non serve per convincervi a discutere con vostra nonna delle  categorie pornografiche predilette durante il prossimo pranzo natalizio, ma a sottolineare – e mi spiace sia necessario – quanto affronti l’analisi di questa tipologia di produzioni senza alcun tipo di pregiudizio o discriminazione. Detto questo, l’opera di NLT Media, L’Epidemia e in originale Lust Epidemic (titolo che assume un connotato leggermente diverso in questo periodo) deve essere vista nella giusta prospettiva, sia per quanto riguarda il lato produttivo, sia per quanto concerne il target di riferimento e dunque la finalità stessa di un gioco di questo genere.

L'Epidemia

L’Epidemia: era una notte buia e tempestosa…

Sorprendentemente, perlomeno per uno non così avvezzo a queste tipologie di giochi, la storia è un punto focale di L’Epidemia, non solo un pretesto per arrivare al dunque insomma – sebbene ovviamente dia il “la” alle sessioni erotiche – ma anche per raccontare una storia interessante. Non riesco a non accostarlo a una sorta di lungo-metraggio porno interattivo e di conseguenza non ho mai pensato di tenere conto della qualità della trama per promuovere o bocciare il titolo, dando per scontato fosse estremamente accessoria, e in effetti lo è sebbene ogni tanto voglia farci credere il contrario.

Brad, un giovane studente di bell’aspetto (ma nonostante ciò inspiegabilmente ancora vergine) si trova a investigare su uno scandalo scolastico che coinvolge due istituti differenti, trovandosi poi casualmente bloccato per un’intera notte nel Saint Dame University con un gruppo di avvenenti fanciulle, a causa di eventi meteorologici di inaudita potenza. Durante l’arco notturno dobbiamo quindi destreggiarci tra risolvere il mistero che si cela dietro lo scalpore che ha colpito l’università, conquistare il cast femminile e impedire che la tesissima situazione fra i vari comprimari non degeneri a causa della forzata convivenza. Il tutto, una volta preso il controllo di Bradley, appare subito soggetto a un game design “bizzarro” e dagli elementi fortemente arcade, scivolando a volte più o meno volontariamente – in trovate divertenti e al limite del nonsense, come chiavi magnetiche che aprono porte nel momento in cui vengono raccolte od oggetti speciali come particolari scarpe da ginnastica che permettono di saltare più in alto e raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili.

L’Epidemia è di per sé un punta e clicca, in cui si è costantemente portati a risolvere piccoli enigmi o compiti per poter avanzare nella storia e soprattutto nella conquista delle donne da cui siamo attorniati, fra allusioni, nudità giustamente gratuita e una deriva pseudo thriller con tinte paranormali che cerca di tenere alta la tensione del giocatore. È lodevole il fatto di voler creare una storia e un piccolo mondo di gioco senza focalizzarsi esclusivamente sulla sessualità dell’opera ma al tempo stesso, il gioco ci mette nei panni di un protagonista abbastanza insopportabile

La cattiveria gratuita di Brad e la sua propensione ad atteggiamenti spesso assimilabili allo stupro me lo hanno reso a tratti veramente indigesto. Specifico: ognuno è libero di fantasticare sul sesso come meglio crede (e ci mancherebbe che serva il mio permesso a riguardo) e di conseguenza soddisfare le sue fantasie – o parafilie – senza remora o vergogna fintanto che si rimane in una dimensione virtuale, soprattutto se in chiave ludica, eppure per quanto mi riguarda il suo atteggiamento mi è risultato estraneo.

L'Epidemia 2

Harem

Come da consuetudine, il cast femminile di L’Epidemia cerca di incarnare vari stereotipi e archetipi sessuali fra quelli più apprezzati o perlomeno famosi: c’è la suora titubante ma dall’animo selvaggio, la dominatrix senza cuore, la milf, madre peraltro di Simon, compagno e amico di Brad, e infine l’avvenente cognata, che rispecchia al tempo stesso il frutto proibito e il sesso più romantico. Ma non temete, ci sarà anche occasione di saziare le vostre perversioni in ambito Teen. Sebbene non caratterizzate al meglio, le comprimarie riescono comunque a essere abbastanza ben differenziate a andare dunque incontro ai gusti del giocatore in maniere grossomodo funzionale. La scrittura riguardante i loro comportamenti le dipinge quasi tutte come frivole e sciocche, ma nulla di grave ovviamente, perché nelle scene “clou” dell’esperienza, le ragazze assumono egregiamente il loro compito.

L'Epidemia 3

Tecnicamente

Eccoci dunque all’aspetto più importante di L’Epidemia Tralasciamo un attimo l’aspetto senza ispirazione degli ambienti di gioco e dei modelli dei personaggi schierati all’interno di esso, e concentriamoci su ciò di interessante. Le procaci fanciulle godono di modelli poligonali più che accettabili durante le fasi erotiche e grazie alle preziose pagine di kamasutra che possiamo raccogliere in giro per la Saint Dame University, possono esibirsi svariate pose e movimenti, potendo quindi dare anche quel pizzico di personalizzazione imprescindibile per un titolo simile che non può che essere cosa gradita. Non mancano scene di gruppo, che sfociano nel tripudio di un’orgia finale che dovrebbe appagare tutti gli sforzi fatti dal giocatore per arrivare alla conclusione.

Le animazioni di L’Epidemia risultano nella media ma ogni tanto sembra più di essere di fronte a uno slide show che a una scena animata, ma è logico che i limiti del budget si facciano sentire anche in questo contesto, purtroppo. Da segnalare l’impossibilità di giocare il titolo in inglese e dover quindi far fronte alla solita (ma non per questo meno fastidiosa) traduzione automatica che rende abbastanza frustrante la maggior parte del tempo speso a leggere dialoghi e descrizioni di oggetti di gioco, ovviamente con tantissimi elementi tradotti parzialmente o del tutto non tradotti.

L'Epidemia 4

E quindi, insomma

Partendo da un’idea non del tutto malvagia ed essendo venduto a un prezzo molto basso (circa 10€), L’ Epidemia è un titolo con parecchi pregi. L’aspetto tecnico e le scene relative al sesso sono valide, le ragazze hanno un character design accattivante il giusto anche se un po’ ingessato. La parte investigativa viene fiaccata da un game design criptico e poco scorrevole, che costringe a usare costantemente la funzione della sfera di cristallo per chiedere un indizio, senza il quale probabilmente ci si impiegherebbe quattro volte tanto a portare a termine l’esperienza, ma al tempo stesso ciò permette al giocatore di procedere speditamente verso i vari approcci con le protagoniste e ci offre la possibilità di assistere a qualche scambio di battute assolutamente divertente.

Il sesso è qualcosa di estremamente intimo e personale e cercare di dargli un taglio così preciso come in L’Epidemia può non piacere a tutti, per quanto si noti la voglia di proporre almeno in parte qualcosa di nuovo, seguendo un gusto più occidentale. Non mancano sbloccabili, elementi secondari da scoprire, un piccolo fattore rigiocabilità e la presenza di un contesto erotico nel complesso valido, pur indebolito da qualche difetto.