Ci siamo: l’ultima curva. Fino ad ora il circuito è stato clemente, nessuna curva troppo stretta o troppo larga. L’unico problema è la neve sulla pista, il minimo contatto potrebbe mandare in panne il veicolo e risultare fatale. Ma non me ne preoccupo, mi muovo a tutto gas e sono pronto a effettuare il drift perfetto per terminare la gara e vincere la competizione. Posiziono il braccio verso il freno a mano quando, in lontananza, mi trovo faccia a faccia con l’emissario della sconfitta: un cucciolo di montone. Cambio corsia per evitarlo e cerco di salvare il salvabile, ma ormai la frittata è fatta: il veicolo sbanda violentemente contro guard rail, compromettendo l’intera gara. Dovrò accontentarmi di un secondo posto. Seguono imprecazioni e profanità a fine gara.

Questo è un brevissimo riassunto della mia esperienza con Inertial Drift, titolo di corse arcade sviluppato dall’irlandese Level 91 Entertainment e che cerca di riportare in auge uno stile di gioco che negli ultimi anni è relegato – in una sorta di esilio – all’interno del mercato mobile. Quello che all’inizio può sembrare il solito shovelware che cerca di ottenere notorietà scimmiottando nomi più blasonati – in questo caso il manga Initial D di Shuichi Shigeno – riesce in pochi istanti a mostrare il suo cuore e la sua anima, seppur con qualche tamponamento lungo la strada. Ma andiamo per gradi.

Una gita tra spiriti liberi

Nonostante non ne abbia bisogno, Inertial Drift segue le vicende di quattro ragazzi: Edward, Ada, Ibba e Viv. Durante una serata tra gomme roventi e cappuccino, il gruppo decide di intraprendere un viaggio d’allenamento in vista del Gran Prix Estivo: l’annuale torneo che decreterà il nuovo Re del Drifting. Nel corso di questa lungo tour delle località che ospitano la competizione – partendo dalla periferia, fino ad arrivare ad una grande metropoli o una montagna innevata – i ragazzi migliorano le loro abilità nella guida, formando amicizie, rivalità, disaccordi e rapporti di fiducia. Inutile dirlo, la modalità storia di Inertial Drift funge da enorme tutorial che permette al giocatore di prendere confidenza con i comandi e le varie tipologie di gare. Inoltre, i quattro personaggi rappresentano altrettanti stili di guida e livelli di difficoltà.

Se Edward e Ada adottano uno stile di guida molto più tranquillo e facile da padroneggiare, con veicoli dalle statistiche equilibrate sia durante un rettilineo che una curva, Ibba e Viv sono i personaggi utilizzati dai giocatori più esperti e con auto dalla grande accelerazione iniziale, ma con un angolo di derapata ridotto e che mette alla prova i riflessi e le capacità decisionali dei più coraggiosi. Inoltre, completando le sfide proposte dal gioco è possibile sbloccare i rivali e personaggi secondari incontrati durante la narrazione. E siccome ogni personaggio utilizza una macchina diversa con settaggi personalizzati, avere a disposizione 16 bolidi con altrettanti approcci ai tracciati è più che abbastanza per tenere chiunque attaccato al gamepad per qualche ora.

Tornando alla narrativa di Inertial Drift, il modo in cui la storia viene raccontata è bocciato, senza alcun diritto di replica. Utilizzare un modello in stile Visual Novel, con personaggi statici – nonostante i pochi frame d’animazione – e centinaia di righe di testo, spezza il ritmo tra una corsa e l’altra. Certo, queste cutscene sono skippabili e buttare fango sul lavoro di scrittura fatto sembra ingiusto, tuttavia visto che stiamo parlando di un titolo arcade gli sviluppatori avrebbero potuto non solo offrire la possibilità di non includerle attraverso le opzioni di gioco, ma anche di sperimentare con varie scelte registiche per raccontare la propria storia. Perché chiariamoci: parlare della performance di un auto rivale senza averla vista equivale al comprare un telefono non esposto in vetrina.

Inertial Drift: la prova su strada

Parlando degli aspetti positivi di Inertial Drift, il suo gameplay è ovviamente l’elemento realizzato nel migliore dei modi dell’intera produzione. Quello che differenzia la produzione di Level 91 dagli altri titoli a tema drifting è il suo peculiare sistema di controlli. Una volta archiviata la fase di accelerazione e frenata (che sfrutta i classici grilletti del gamepad), il resto è tutto affidato alle levette analogiche: con lo stick sinistro si sterza, con quello destro si modifica l’angolatura della derapata. Questo permette al giocatore di effettuare movimenti precisi e fluidi, a seconda dell’abilità di quest’ultimo.

Per quanto riguarda le tipologie di gare, è possibile passare dalle classiche modalità “gara”, “time attack” e “pratica” – quest’ultima fondamentale per imparare ogni anfratto dei quattro circuiti e per ottenere i tempi migliori – fino ad arrivare a opzioni un po’ più specifiche come “gare di stile” e “duello”. Se la prima è in sostanza la solita gara a punti, la seconda prende esempio dai canyon di Need for Speed: Carbon proponendo una gara dove la distanza tra primo e secondo è fondamentale. Parlando delle modalità di gioco disponibili, abbiamo la già citata “modalità storia”, una classica “modalità arcade”, la “challenge mode” ed infine il “gran prix”. Seppur a prima vista possano sembrare poche, queste opzioni di gioco offrono diverse opzioni per il completismo, tra medaglie d’oro da conquistare e difficoltà estreme per “i veri duri”. Non stiamo parlando di centinaia di ore di gioco ovviamente – e per alcuni questo tipo di flow potrebbe sembrare ripetitivo e tedioso – ma è abbastanza per accontentare gli accaniti del “KANSEI DORIFTO”. All’appello non mancano le consuete modalità multiplayer, divise in “splitscreen” e “online”. Stranamente, manca una modalità legata al tuning e testing delle auto disponibili, che avrebbe dato a Inertial Drift ancora più longevità per i fanatici del perfezionismo maniacale.

Una brusca frenata

Dal punto di vista estetico e prestazionale, il titolo è una montagna russa di alti e bassi. Graficamente, anche su Nintendo Switch – la versione in esame oggi – non è malvagio. Ogni scenario ha una propria personalità e uno stile riconoscibile, mentre i veicoli sono ben modellati. Tuttavia, sull’ibrida Nintendo, questa estetica arriva ad un prezzo: la fluidità. Il gioco infatti oscilla intorno ai 30 frame al secondo, non proprio ideali per un racing game ma purtroppo questi sono i limiti della piattaforma. Il problema arriva quando il giocatore riavvia la stessa partita più volte. In una sorta di “Reverse Supersgommate”, Inertial Drift tiene conto delle frenate dei bolidi e mantiene caricati i particellari anche dopo un immediato riavvio, andando ad inficiare sul frame rate e costringe ad un ritorno al menu principale. Una negligenza nell’ottimizzazione che potrebbe allontanare molti.

In definitiva, Inertial Drift è un buon racing game arcade che offre un adeguato livello di sfida e di completismo e che premia i giocatori pronti a stringere un patto col diavolo per apprendere i trucchi e i segreti del drifting. Ma se avete a disposizione altre piattaforme oltre a Nintendo Switch, optate per l’acquisto su quelle. La versione per Switch è passabile e valida per il gaming portatile che caratterizza la console ibrida, ma alcune pecche in fase di ottimizzazione la penalizzano pesantemente.