Vanillaware è tornata. Prendendo le distanze dall’ottica fantasy a cui ci ha sempre abituati, si tuffa a capofitto nel genere sci-fi esplorandolo in maniera pressoché integrale tanto sul fronte artistico quanto quello contenutistico. 13 Sentinels Aegis Rim è una sentita lettera d’amore alla fantascienza che vede i tredici protagonisti impegnati in una lotta disperata per salvare il proprio mondo. Oscillando fra spaccati di vita scolastica, balzi temporali e roventi battaglie a bordo di mecha, si viene trascinati in una storia intricata e affascinante, ricca di spunti narrativi. Non è sicuramente un gioco che incontrerà il gusto della massa e anche i fan sfegatati della software house potrebbero avere grosse remore ad affrontare l’acquisto, considerato il taglio così atipico del gameplay e il fatto che lo stesso venga fortemente diluito da una componente narrativa molto corposa. È un titolo però in grado di incuriosire dal primo istante e addentrandosi al suo interno è facile restare ammaliati. 13 Sentinels potrebbe per molti rivelarsi quasi un atto di fede video-ludica, un rischio insomma, ma uno di quelli che vale assolutamente la pena correre.

I ragazzi che saltavano nel tempo

C’era una volta, o forse erano due, ma in realtà erano cinque. La brillante e complessa storia di 13 Sentinels è infatti scandita da ben cinque linee temporali che spaziano dagli anni ’40 del’ 900 fino al 2105, in un susseguirsi di situazioni che vedremo sempre dalla prospettiva di personaggi differenti e mai con una vera e propria costanza narrativa su questo fronte. È impossibile descrivere o anche solo accennare la trama dell’ultima opera scritta da George Kamitani senza svelare qualche piccolo dettaglio in grado di compromettere l’eccezionale senso di scoperta che il titolo riesce a offrire costantemente. Nonostante le prime ore possano risultare decisamente caotiche, incredibilmente non si perde mai davvero il filo e, pur spostandoci da un personaggio all’altro quasi senza sosta assistendo a una narrazione che più sospesa non si può, si rimane incollati e sempre più incuriositi al dipanarsi del racconto. Superato il prologo (anzi, i prologhi) che funge anche da tutorial sia per le fasi visual novel sia per quelle di combattimento, il titolo si divide in tre sezioni distinte fra loro: una dedicata esclusivamente alle battaglie, una per la storia e uno per tutto ciò che potremmo definire legato alla lore. La distinzione fra la componente narrativa e quella più espressamente ludica nasconde un doppio significato, da una parte è un mero sistema per differenziare il più possibile le due differenti anime di 13 Sentinels, dall’altra ha quasi un sottotesto di meta-game, poiché i combattimenti a bordo dei robottoni vengono percepiti dai protagonisti come un sogno distante e quasi etereo. Nonostante sia possibile scegliere praticamente in qualsiasi momento di passare dall’una all’altra modalità, il gioco ci obbligherà ad affrontare alcuni scontri solo previo completamento di porzioni narrative, e viceversa. Il cuore pulsante del gioco rimane comunque la componente visual novel nonostante l’imprescindibilità degli scontri e pur vantando un livello di scrittura decisamente elevato, pur appoggiandosi a quasi tutti gli stereotipi e i cliché del genere di appartenenza, oltre che di quello degli shonen manga, che contaminano fortemente il taglio narrativo, in alcuni tratti potrebbe risultare troppo prolisso o distaccato per una fetta di pubblico. Essendo più spettatori che giocatori in queste lunghe sessioni, si può avere l’impressione di subire la storia in maniera fin troppo passiva, non è che si possa parlare realmente di un difetto ma forse un minimo di interazione in più, o l’illusione della stessa, avrebbe fortemente giovato alla produzione allontanando definitivamente la possibilità di imbattersi in qualche fase di “stanca”.

mech

Il cast risulta, pur mostrando anche in questo caso tutti gli archetipi esistenti, uno dei maggiori punti di forza del titolo. I tredici protagonisti sono ottimamente caratterizzati e pur sembrando tagliati con l’accetta nelle prime ore, immergendosi nelle loro storie e indossando i loro panni si scopre un’inaspettata profondità e caratterizzazione, sorretta sempre da uno stile artistico eccelso, che rende impossibile non affezionarsi a ognuno dei personaggi principali. Lo svilupparsi della trama ci porta a scoprire e intessere legami con gli altri ragazzi, uniti dal rosso filo del destino che li imbriglia alla feroce lotta contro i Kaiju. Non c’è bisogno di spendere molte altre parole sulla caratterizzazione, la scrittura e la sceneggiatura di 13 Sentinels Aegis Rim, sotto questo profilo l’opera di Vanillaware è pressoché perfetta e lasciarla senza voce sarebbe un vero delitto.

13 Sentinels

Mecharomance

Le furiose lotte fra mecha e kaiju rappresentano l’altra faccia della medaglia di 13 Sentinels, e si esprimono in un sistema da rpg a turni in tempo reale, il quale sembra strizzare l’occhio al genere RTS, complice anche la visuale isometrica dei combattimenti, ma ci offre la possibilità di selezionare in tutta calma le azioni da svolgere, bloccando l’azione una volta selezionato un personaggio. Si possono schierare in campo fino a sei piloti, i quali comanderanno quattro diverse tipologie di mech: Melee, All-Rounder, Sniper e Flight Support. Nascendo in diverse epoche i mech si differenziano sia nell’aspetto sia, soprattutto, nel seti di abilità attive e passive da impiegare e dunque saper costruire un team variegato e preparato a ogni evenienza risulta abbastanza essenziale, almeno sulla carta. Per esempio, i titanici robot da corpo a corpo possono causare danni devastanti agli avversari ma sono lenti e impossibilitati a colpire nemici volanti, di contro la squadra del supporto aereo può spostarsi velocemente e senza dover necessitare di sfruttare le intricate via cittadine per passare da una zona all’altra, ma i loro colpi sono tutt’altro che poderosi. Bisogna dunque stare attenti al posizionamento della nostra squadra e cercare di spostarsi frequentemente onde evitare i colpi nemici, spesso in grado di rendere inutilizzabili i nostri mecha in un singolo colpo. In questa evenienza è necessario allontanare il pilota dallo scontro, farlo scendere dalla Sentinella e successivamente risalire a bordo, rimanendo però fortemente scoperti ai colpi nemici, che in questo caso si rivelerebbero letali. Sebbene il tutto risulti facilmente semplice e assimilabile e purtroppo non spalleggiato da una componente visiva particolarmente accattivante, anzi, il titolo si dimostra abbastanza profondo in questo senso da poter creare il giusto numero di variabili per rendere le battaglie molto meno banali di quanto non sembri a un primo sguardo.

13 Sentinels

Ogni mech può apprendere, equipaggiare e potenziare diverse abilità, attive e passive, essere modificato (nelle fasi avanzate di gioco) per affinare le proprie capacità e persino il pilota gode di perk in grado di aumentare la sua adattabilità nel corso degli scontri, o di dargli un taglio e un ruolo molto personale. Se i robot possono disporre di scudi protettivi da applicare ai compagni, devastanti cannoni laser e onde EMP in grado di stordire  e atterrare gli avversari, i piloti possono risultare più difficili da atterrare o più  veloci nel movimento al di fuori delle Sentinelle, o ancora, potenziarsi a seconda della crescita o decrescita dei membri del party schierati in campo. Inoltre, le basi cittadine da proteggere sono connesse a un rete neurale che può essere sfruttata in battaglia con abilità e attacchi formidabili ma da sfruttare con parsimonia, dato il basso numero di utilizzi concessoci. La varietà viene inoltre rinvigorita da un sistema di sfide facoltativo, che pone condizioni aggiuntive ai ogni scontro, aumentando la complessità dello stesso e portando dunque il giocatore a dover aguzzare l’ingegno e ragionare al meglio su ogni azione per completare la sfida, sempre inoltre stando attento  a soddisfare anche il sistema di punteggio e ottenere l’agognato Rank S in ogni combattimento. Insomma, 13 Sentinels presenta un piccolo ma fondamentale sistema di scalabilità della difficoltà, che risulta essenziale per i giocatori più esigenti, a fronte di una facilità di fondo che altrimenti comprometterebbe il loro divertimento. Purtroppo, l’appeal estetico già citato in precedenza, frena molto gli entusiasmi e difficilmente riesce a offrire il pathos di un conflitto di questa portata, rendendo le battaglie un po’ fredde in termini di caratterizzazione e soventemente poco accattivanti. Questo è l’unico difetto su cui si può puntare il dito, nonostante sarebbe stato decisamente difficile trovare una soluzione in grado di abbracciare efficacemente la formula ludica adottata, soprattutto considerando che il gioco nacque inizialmente per uscire anche sulla sfortunata PS VITA. In linea di massima, chiudendo un occhio sul fronte artistico del Battle Mode, anche in questo senso il gioco funziona e intrattiene, ma senza avere lo stesso mordente del resto della produzione.

13 Sentinels: Aegis Rim is Vanillaware's Boldest Game Yet | USgamer

Panorami futuri

Dato il curriculum di Vanillaware sembra quasi superfluo raccontare la bontà del profilo artistico di 13 Sentinels Aegis Rim, sebbene il taglio sia meno estroso di titoli come Dragon’s Crown e senza sfruttare i toni sgargianti di Muramasa: The Demon Blade, Yukiko Hirai e Emika Kida creano una composizione molto più “posata” e dai colori tenui, i contorni leggeri dei personaggi si avvicinano all’aspetto di matite acquerellate e restituisce perfettamente il sapore onirico e quasi etereo che il racconto vuole esprimere. Considerato poi il tema della straziante lotta per la salvezza della Terra e gli amari risvolti della trama, lo stile crea un contrasto perfettamente indovinato che riesce a essere pienamente coerente con quello che 13 Sentinels cerca di essere in ogni suo piccolo anfratto. Il character design dei protagonisti – così come dei mecha – è eccelso, pur rimanendo molto sobrio e privo di fronzoli o eccessivi picchi di caratterizzazione ma anzi, colpisce proprio in virtù di una semplicità che non viene mai banalizzata. Le splendide illustrazioni dei fondali, così come la cura per i singoli elementi di gioco, fanno da cornice a un affresco splendidamente realizzato in ogni singola scena. Sul fronte sonoro, 13 Sentinels centra nuovamente il bersaglio, grazie a una colonna sonora dai toni elettronici e dal ritmo sempre incalzante, con quell’impronta nipponica che riporta a Ghost in the Shell e sembra strizzare l’occhio a Phantasy Star Online quando prende respiri più ampi ed epici. Tecnicamente il gioco soffre solo nel Battle Mode come specificato ma si fa perdonare immediatamente al primo portrait di un qualsiasi personaggio o scegliendo casualmente una delle scenografie del titolo. Nel complesso, artisticamente 13 Sentinels è un vero gioiello che dimostra ulteriormente la capacità di Vanillaware nel declinare un genere senza stravolgerlo ma rendendolo unico e proprio con una facilità disarmante.

13 Sentinels

Epiloghi

13 Sentinels Aegis Rim è uno di quei titoli difficili di cui parlare. È un titolo adatto probabilmente a una branca specifica di giocatori e proprio per questo potrebbe delittuosamente passare in secondo piano anche sotto gli occhi degli estimatori di Vanillaware. Ciò non comporta in alcun modo un difetto ma anzi dimostra – ed è lodevole – la voglia di una software house di creare il proprio gioco senza imporsi come obiettivo l’arrivare a più persone possibili sacrificando i propri principi o strizzando l’occhio verso i generi più blasonati. Detto questo, una grossa porzione dell’esperienza, quella legata al gameplay vero e proprio, si presenta in maniera perlomeno imperfetta, rischiando di penalizzarsi e allontanare il giocatore, anche quello più navigato. In realtà la struttura ludica degli scontri, seppur non quadratissima, funziona e intrattiene quel tanto che basta per spezzare il ritmo dalle fasi squisitamente narrative, che singolarmente potrebbero in effetti risultare troppo prolisse ma che, nel complesso, si rivelano molto ben bilanciate. Artisticamente inattaccabile, ottimamente scritto e caratterialmente unico, 13 Sentinels Aegis Rim è l’ennesima perla di Vanillaware che, come tutte i tesori più preziosi, rischia di rimanere sepolta per sempre.