Un articolo dell’otto dicembre apparso sul Wall Street Journal spiega come i siti e i tornei online di scacchi abbiano affrontato i cheater. Il problema è divenuto improvvisamente grave dopo il picco di utenti dovuto alla pandemia e alla serie Netflix La Regina Degli Scacchi.
Gli scacchi sono un gioco da tavolo con una storia millenaria. Hanno attraversato i secoli e conosciuto una fama senza precedenti nella seconda parte del secolo scorso, durante la guerra fredda. L’arrivo del nuovo millennio sembrava averne segnato il declino, ma una recente combinazione di eventi ha cambiato le sorti di tutto il movimento scacchistico.
La nuova vita degli scacchi
Dapprima è stato lo streaming, che ha avviato la trasformazione del gioco da tavolo in un vero e proprio esport. Poi è arrivata la pandemia, che ha dato a moltissime persone il tempo di cominciare o ricominciare a giocare grazie a siti come Chess.com. E infine ha contribuito anche Netflix, con la serie La Regina Degli Scacchi, che ha riacceso l’interesse negli scacchi a livello globale.
Questa combinazione di eventi ha però messo il movimento di fronte ad un problema inedito per gli scacchi, ma molto comune nei videogiochi: i cheater. Imbrogliare davanti ad una scacchiera “reale” è difficile. In passato c’era stato qualche comportamento sospetto, anche ad alti livelli, ma mai nulla di sistematico.
La marea dei cheater
Con il passaggio dalla scacchiera fisica a quella digitale però, ai giocatori si è aperto un mondo di software pronti a fare i calcoli per loro. Fin dagli esordi dei computer i programmatori hanno sviluppato sistemi in grado di battere anche i migliori scacchisti al mondo, e ora quei codici sono disponibili a tutti tramiti internet.
Da questo autunno quindi una marea mai vista di utenti ha invaso i siti di scacchi, e ognuno di loro era a pochi click dal poter utilizzare un software in grado di battere anche il campione del mondo. L’ovvia conseguenza è stata un’impennata di account bannati da Chess.com e altri siti. La cosa più curiosa è che questo aumento non è in linea con quello dei giocatori, specialmente se si guardano gli ultimi mesi. È il tasso di cheater ad essere aumentato.
Le contromisure
Per far fronte a questo problema Chess.com ha deciso di combattere fuoco con fuoco. Un team di due dozzine di persone ha sviluppato diversi software che controllano tutte le partite giocate sul sito. I programmi eseguono sia semplici controlli per vedere quali giocatori copiano le mosse che i più comuni software dettano loro, sia complesse analisi dei comportamenti dei giocatori più avanzati per trovare variazioni sospette.
I risultati sono stati strabilianti: 18.000 account bannati dal sito solo a novembre, e giocatori molto importanti, anche nella top 100 mondiale, che hanno confessato di fare ricorso a software irregolari.
Lo sforzo di Chess.com e altri siti ha permesso alla FIDE (Fédération Internationale des Échecs) di organizzare tornei sicuri, con grandi campioni che prima non avrebbero mai accettato di partecipare proprio per l’alto rischio di cheating.