Il tanto atteso Pokémon Presents è finalmente arrivato, portando alla luce i nuovi titoli del brand. Tra i due capitoli presentati, Leggende Pokémon: Arceus ha creato molta curiosità nei videogiocatori, curiosi di intraprendere questa nuova avventura nella “Sinnoh feudale”. Ma se vi dicessi che il nuovo progetto di Game Freak non è ispirato al Giappone feudale? Ecco i motivi spiegati da un ex studente di storia orientale.

This is a tale from a long long time ago

Con questa frase si apre il trailer di Leggende Pokémon: Arceus, una frase che a noi occidentali potrebbe far pensare ad un periodo ormai molto lontano nel tempo. Se a questo sommiamo quanto detto dopo, la nostra idea non può che farsi ancora più radicata: “Quando la regione di Sinnoh era ancora una vasta distesa di natura incontaminata”. Tutto farebbe ad un epoca lontana centinaia di anni, giusto? Certo, se solo escludessimo un piccolo ma enorme dettaglio: molti paesi orientali, Giappone incluso, sono completamente mutati in un lasso di tempo estremamente breve. Un esempio? Esattamente 100 anni fa, il Giappone era per lo più così:

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Il Porto di Otaru in Hokkaido nel 1920

Perché proprio una foto dell’Hokkaido? Perché come forse i più appassionati al brand Pokémon sapranno, la regione di Sinnoh è proprio ispirata all’isola nipponica situata all’estremo nord del Giappone.

Il diavolo sta nei dettagli

Devo ammettere che l’idea per questo articolo mi è arrivata solamente dopo la terza visione del trailer di gioco. Questo perché inizialmente ho, come tutti, collegato quanto mostrato e quanto detto ad un periodo feudale, come l’ormai abusato Periodo Sengoku (1467-1603) o l’altrettanto riconoscibile Periodo Edo (1603-1868), ma alla terza visione ho iniziato a notare qualcosa di sospetto, qualcosa che però era in piena vista. Il trailer si apre con una inquadratura sempre più ravvicinata a dei libri appoggiati su una scrivania, con tanto di Poké Ball vintage che esamineremo più tardi.

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Già da questa prima scena potremmo capire il periodo storico d’ispirazione

Ora, cosa non torna nell’immagine descritta e riportata poco sopra? Semplice, nel Giappone Feudale non esistevano libri rilegati, ma si scriveva su pergamena dando vita a quei racconti chiamati Emakimono. Questo stile di scrittura sviluppatosi tra il 1000 e il 1500 d.C. univa testo e immagini su dei rotoli di carta o di seta. Niente libri in vista per ancora 300 anni circa.

Già da questo potremmo capire il periodo storico d’ispirazione a questo titolo Pokémon, ma ci sono ancora due particolari da esaminare in questa scena: la lampada al cherosene e la scrivania stessa. Quella tipologia di lampada, così come i libri precedentemente citati, appartengono allo stesso periodo storico: la Rivoluzione Industriale del 1800.

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Scrittura nel Giappone feudale, niente scrivania, niente libri, niente lampada portatile

Rivoluzione nata nell’Inghilterra Vittoriana, ma arrivata in Giappone solo alla fine del XIX secolo grazie all’apertura forzata verso l’occidente e alla nascita dei Trattati Internazionali del 1850. La scrivania precedentemente citata è solo l’ennesima prova di questa teoria, in quanto fino all’apertura del paese al commercio mondiale, non erano presenti tavoli rialzati e massicci sui quali scrivere, ma solo tavolini bassi ai quali ci si sedeva a gambe incrociate.

Il villaggio e la sua architettura

Nel trailer possiamo dare un primo sguardo anche al villaggio nel quale avrà inizio la nostra avventura, e anche qui si nascondo tanti piccoli dettagli interessanti. Partiamo dalle case: le abitazioni nipponiche sono state caratterizzate per secoli da una struttura lignea estremamente semplice, tetti in paglia ed edifici distanziati.

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Villa imperiale Katsura, esempio di architettura feudale giapponese

Questo tipo di architettura era stata adottata per far fronte ai numerosi terremoti che da sempre affliggono il Giappone, ma anche per comodità. In caso di demolizione o ai frequentissimi incendi era più semplice ed economico ricostruire una casa in legno piuttosto che in pietra, così come in caso di spostamenti necessari smontare l’abitazione per ricostruirla altrove non richiedeva uno sforzo enorme. Solo nel periodo Edo (1603-1867) si iniziarono a vedere le prime case a schiera denominate Machiya con tanto di tegole sui tetti e verniciatura esterna. Ora, come vi sembrano le case mostrate nel trailer di Leggende Pokémon?

Tetti coperte da tegole, case a schiera, mura dipinte,ma non solo…

Le abitazioni sono palesemente delle Machiya modernizzate, questo perché non solo mostrano le tipiche tegole post periodo Edo, una base di pietra all’entrata adiacente alla strada, ma anche la presenza di quelli che sembrano a tutti gli effetti vetri alle finestre! Prima del 1868, le finestre erano coperte da carta di riso e, solo con l’arrivo della Restaurazione Meiji, si comincia ad utilizzare il vetro nelle abitazioni. Prova definitiva, la presenza di veri e propri lampioni ai lati della strada. Molto medievali, vero?

Poké Ball a vapore e ambasciatori

Nel filmato vengono mostrate delle Poké Ball molto diverse rispetto a quelle alle quali siamo abituati. Con una struttura lignea a nudo nella parte sottostante e laccata in quella sovrastante, una chiusura manuale al centro e un foro all’apice, una volta lanciata rilascia una sorta di vapore dallo sfiatatoio prima di catturare il Pokémon. Questa Sfera Poké vintage e il suo funzionamento ricordano da vicino l’estetica steampunk, movimento artistico ispirato alla già citata rivoluzione industriale, quindi tardo 1800. Tutto perfettamente coerente.

Arriviamo poi alla parte secondo me più interessante dell’intero trailer, la selezione dello starter. Partiamo dalla location: stavolta non viene inquadrato nessun professore, ma vediamo solamente Cyndaquil, Rowlet, Oshawott in quello che è a tutti gli effetti l’ufficio mostrato a inizio trailer in CGI. I Pokémon sono fermi su un tappeto all’entrata del già citato ufficio adornato da due stendardi che riportano lo stesso simbolo presente sulla divisa dei protagonisti, ma ci arriveremo dopo. L’edificio nel quale ci troviamo, considerando quanto appena detto, ricorda molto più un Ambasciata in stile occidentale che un palazzo nipponico.

I tappeti in Giappone erano un lusso per pochi, un vero e proprio oggetto esotico per ricchi

Questo mi ha ricordato una cosa realmente successa in Hokkaido: con la Restaurazione Meiji, Ezo fu ribattezzata Hokkaido e venne istituita la Commissione per lo sviluppo dell’Hokkaido. Insieme al Governo dell’Hokkaido si concentrarono sullo sviluppo e la promozione dell’agricoltura, dell’allevamento, della produzione, dell’ingegneria civile, dell’edilizia, e dell’istruzione (il Giappone a inizio 900 fu il primo paese al mondo per tasso di alfabetizzazione). Ora, quale sembra essere lo scopo che metterà in moto la trama di Leggende Pokémon: Arceus? Sviluppare il primo Pokédex e conoscere ogni specie presente a Sinnoh. Ah sì, questo era l’ufficio della Commissione per lo sviluppo dell’Hokkaido, in pieno stile occidentale:

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Ecco l’Hokkaido Development Commission Sapporo Head Office

Una scelta ben ponderata

Torniamo agli Starter: Cyndaquil, Rowlet, Oshawott vengono da regioni differenti, ma hanno tutti un solido legame con la cultura nipponica:

  • Cyndaquil è ispirato al leggendario Ratto di fuoco citato dalla Principessa Kaguya nel Taketori Monogatari (Storia di un tagliatore di bambù), opera di fondamentale importanza nella lettura giapponese;
  • Rowlet è ispirato a un arciere e, l’arte del tiro con l’arco denominata Kyudo, era fondamentale per la classe guerriera nipponica;
  • Oshawott e le sue evoluzioni sono palesemente basati sui Samurai, e questo è sempre stato chiaro a tutti i videogiocatori.

Game Freak ha optato per inserire le creature dal background più radicato nella storia del Paese del Sol Levante nel titolo più rivoluzionario di tutto il brand. Una scelta coerente con quella che sembra essere la trama del gioco: lo sviluppo tecnologico e culturale di Sinnoh.

Uno sguardo ai protagonisti

In chiusura, diano un breve sguardo ai personaggi principali di Leggende Pokémon: Arceus per quanto riguarda l’unica cosa che al momento possiamo esaminare: l’estetica. I giovani ricordano molto da vicino i protagonisti di Pokémon Diamante e Perla, sia per i tratti somatici che per gli abiti indossati ovviamente adattati al periodo storico precedente ai titoli di quarta generazione. Entrambi i protagonisti vestono ai piedi una sorta di incrocio tra i tipici stivali da neve chiamati Fuka-Gutsu e i ben più leggeri sandali Zori. Nonostante il commercio con l’occidente avesse introdotto delle scarpe moderne, queste erano usate principalmente dalla classe sociale più ricca. La classe medio-bassa ha continuato ad utilizzare queste calzature di paglia fino al 1900, arrivando anche ai giorni nostri.

Esteticamente sono già i miei Allenatori preferiti

La veste utilizzata da entrambi i ragazzi ricorda un Haori, una sorta di soprabito da indossare sopra al Kimono per stare al caldo, adoperato principalmente nelle regioni fredde come l’Hokkaido. Questi sono decorati con lo stesso Kanji presente sulle bandiere dell’ufficio del professore. Kanji che ricorda molto il simbolo del Team Ginga, ossia il Team Galassia di Pokémon Diamante e Perla. Che il nuovo Professore sia il fondatore del futuro team malvagio e quindi antenato di Cyrus?

Ma l’elemento fondamentale per capire l’ispirazione storica è il cappello del protagonista: oltre a ricordare il copricapo del protagonista di Diamante e Perla, questo è basato sul cappello compreso nella divisa scolastica giapponese chiamata Gakuran.

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Studente giapponese di inizio 1900 in uniforme scolastica

Indossata dai ragazzi di scuole primarie e secondarie, questa divisa è stata modellata sulle uniformi militari europee (precisamente prussiane) a seguito della modernizzazione del paese, quindi sempre Epoca Meiji, in contemporanea all’introduzione della scuola dell’obbligo su modello occidentale in tutto il Giappone.

Leggende Pokémon: Non chiamatelo Giappone Feudale

Ci sarebbero ancora tante cose da dire, come ad esempio l’ispirazione alla società indigena Ainu e agli stendardi dei clan, ma non vorrei annoiarvi più di quanto potrei aver fatto con questo papiro storico-culturale. In definitiva, Leggende Pokémon: Arceus è palesemente ispirato al periodo storico compreso tra il 1868 e il 1912 denominato Periodo Meiji, o Meiji Jidai se vogliamo flexare il giapponese.

Un titolo Pokémon ambientato nel Giappone Feudale esiste già: si chiama Pokémon Conquest e, come potete vedere tramite una veloce ricerca online, non ha nulla a che vedere con questo nuovo progetto.

Spin-off uscito su Nintendo DS nel 2012, ma ignorato al di fuori del Giappone

Mi aspetto che Game Freak si sia ispirata a questa epoca di grandi cambiamenti e modernizzazione per una trama davvero interessante e che, come il Giappone durante il Regno Illuminato, il nuovo filone Leggende Pokémon riesca a stare finalmente al passo coi tempi.