Electronic Arts è nuovamente finita al centro dell’attenzione per le microtransazioni presenti nei propri giochi. Questa volta il gioco in questione è FIFA 21 e le accuse provengono da un documento fatto trapelare alla CBC, la TV pubblica canadese.
Il documento proviene direttamente da Burnaby, sede di EA Sports, divisione responsabile dello sviluppo dei numerosi giochi sportivi della compagnia. Nelle pagine viene illustrata la strategia di lancio per FIFA 21, con particolare attenzione a FUT.
Fifa Ultimate Team viene descritto come le fondamenta del gioco, e il documento invita a concentrare gli sforzi per portarvi più giocatori possibili. In questa modalità però sono anche presenti molte microtransazioni per acquistare loot box contenenti i giocatori per creare la propria squadra.
L’articolo prosegue elencando tutte le controversie legate al mondo delle loot box, ben note ormai da anni nel mondo del gaming, ma meno conosciute dal pubblico generalista cui è rivolto. La CBC sottolinea soprattutto la somiglianza del sistema con il gioco d’azzardo, e la giovane età dei giocatori.
È facile notare però come il documento in sé non sia poi diverso da una qualunque presentazione di un piano aziendale. La stesa EA non nasconde che FUT sia, assieme ad altri servizi online, il traino dell’azienda dal punto di vista finanziario.
Proprio su questo punto verte la risposta di EA, che non ha tardato ad arrivare. Nel comunicato l’azienda accusa la CBC di aver montato un caso sul nulla, difende il documento e sottolinea come diversi tribunali abbiano negato che le loot box possano essere considerate gioco d’azzardo.
Le loot box rimangono comunque un tema molto delicato. Anche se le agenzie responsabili delle certificazioni per videogiochi, come ESRB o PEGI, non le ritengono pericolose, molti governi stanno agendo per limitarne la presenza e impedirne l’acquisto ai minori.