Il 22 luglio lo stato della California deposita una causa legale ai danni di Activision Blizzard. Tra le pagine della pratica si legge di comportamenti aberranti nei confronti delle lavoratrici della compagnia, in particolare di Blizzard.

Blizzard in silenzio

Da quel giorno la software house si è chiusa a riccio.  Tutti i profili social legati a Blizzard sono silenti da ormai una settimana. L’unica risposta data in pasto al pubblico è arrivata da una mail inviata allo staff dal presidente J. Allen Brack. 

Anche in questa comunicazione, ottenuta dal giornalista di Bloomberg Jason Schreier, non c’è nessuna assunzione di colpa. Il presidente si limita a definire le accuse “Estremamente problematiche” e promette di prendere provvedimenti.

 

Questo silenzio forzato è però stato rotto da due importanti ex dirigenti. Mike Morhaime, co-fondatore, ex amministratore delegato e presidente che ha concluso i suoi rapporti con Blizzard nel 2019, e Chris Metzen, ex vicepresidente ritiratosi nel 2016.

Le dichiarazioni degli ex dirigenti

In un lungo thread su Twitter, Morhaime riconosce di aver fallito nel creare un ambiente sicuro per le donne all’interno dell’azienda che ha aiutato a fondare e nella quale ha lavorato per 28 anni. 

In diversi passaggi l’ex dirigente però sottolinea come non fosse sua intenzione creare un ambiente così ostile e dannoso nei confronti delle donne. Afferma al contrario di aver agito sempre in senso opposto, e di sentirsi profondamente rammaricato.

Infine offre tutto il suo supporto, in quanto leader all’interno dell’industria, per aiutare le donne a rendere l’ambiente lavorativo videoludico un luogo migliore:

“Capisco che queste sono solo parole, ma volevo dare risalto a tutte le donne che hanno sofferto queste terribili esperienze. Vi ascolto, vi credo, e mi scuso per avervi deluse.”

Se Morhaime si limita ad ammettere di non essere riuscito a fare di meglio, Metzen invece affida a Twitter quello che somiglia ad una ammissione di colpa:

“Abbiamo fallito, e mi dispiace. A tutte voi che lavorate per Blizzard […] offro le mie più sincere scuse per aver preso parte alla cultura che ha alimentato abusi, iniquità e indifferenza.”

L’ex vicepresidente ammette di essere stato troppo distaccato dal resto dei dipendenti a causa della sua posizione all’interno dell’azienda. Dice di provare profonda vergogna e sprona i suoi ex colleghi a essere parte del miglioramento che dovrà seguire a queste accuse.

Mentre queste prime dichiarazioni si diffondono, il silenzio di Blizzard permane, in netto contrasto con le rumorose proteste portate avanti dalle community di World of Warcraft e Hearthstone.