Quanti eventi possono susseguirsi in un episodio di un’ora? Non credo esista un numero fisso, ma sicuramente la settima puntata della Ruota del Tempo sfida qualsiasi limite a riguardo. Dopo un paio di episodi meno forsennati del solito, in cui alcuni personaggi avevano avuto il tempo di respirare ed essere approfonditi, questo episodio ci butta nuovamente nel mezzo di una narrazione rapidissima.
L’episodio si apre con i protagonisti che si rimettono in viaggio, questa volta per raggiungere l’Occhio del Mondo. Qui, secondo i piani di Moiraine, il Drago Rinato dovrà affrontare il Tenebroso e sconfiggerlo.
I personaggi che soffrono…
La banda viaggia ora in compagnia di Loial, ennesimo personaggio secondario, introdotto negli episodi precedenti. Loial è un Ogier, una specie umanoide che pare vivere ad un ritmo più lento degli esseri umani, e che dà grande valore alla conoscenza. Il personaggio di Loial si riduce però ad un semplice strumento attraverso cui la trama continua la sua inarrestabile avanzata. Un’aggiunta per ora più che superflua ad un cast già abbastanza popolato.
Ma Loial non è il solo personaggio a soffrire in questo episodio. I protagonisti vengono messi in situazioni che rivelano ulteriormente la loro già evidente mancanza di profondità. L’attacco di una creatura che sussurra le loro peggiori insicurezze, mostra come queste siano scontate e prevedibili. La tensione che ne segue all’interno del gruppo sviluppa dinamiche infantili, corredate dai soliti dialoghi poco curati.
Questo però potrebbe essere un problema legato alla fonte da cui è tratta questa serie, e ad una particolare scelta di adattamento. Amazon ha infatti deciso di invecchiare di alcuni anni i personaggi, che dagli adolescenti dei libri diventano giovani adulti. Un cambiamento di pochi anni, che però crea determinate aspettative riguardo il comportamento e la maturità dei protagonisti, che vengono puntualmente disattese.
… e quelli che fioriscono
Ma come già negli episodi passati, a compensare queste mancanze nei protagonisti ci pensano i personaggi secondari. In particolare Lan e Moiraine dimostrano ancora una volta di avere la maggiore profondità all’interno del gruppo.
Possiamo ormai dire di aver capito appieno chi sia la Aes Sedai che ci accompagna fin dalla prima scena di questa serie. Moiraine è una donna con una missione, e non permetterà a nulla di intromettersi tra lei e il successo. Il suo atteggiamento nei confronti dei protagonisti è dettato non da compassione o amore, da dalla certezza che uno di loro sia il Drago Rinato, strumento indispensabile per la riuscita del suo piano di contrasto al Tenebroso.
Non ha paura di usare i suoi poteri, le sue conoscenze o il suo peso politico all’interno e all’esterno delle Aes Sedai per raggiungere i suoi obbiettivi e anche se tenta di non causare inutili sofferenze agli innocenti, non esiterà a compiere sacrifici per raggiungere i suoi scopi.
Anche il guardiano di Moiraine, Lan, riesce a confermarsi in questo episodio come uno dei personaggi meglio scritti della serie. La tappa nella sua città d’origine permette di approfondirne ulteriormente il carattere, oltre a rivelare alcuni dettagli sul suo passato.
Ma Lan è soprattutto il personaggio che crea i legami più significativi dell’intera serie.È proprio tramite il rapporto con lui che Nynaeve si eleva qualche gradino sopra i ragazzi protagonisti, rivelando tratti della sua personalità che sarebbero altrimenti rimasti nascosti.
Verso un finale incerto
Il ritmo del settimo episodio della Ruota del Tempo è, come ho già accennato, spaventoso. Sembra che ogni sequenza che riempie l’ora scarsa di durata della puntata avrebbe potuto rappresentare un episodio a sé stante. Questa densità rende la narrativa confusa, e quando gli eventi convergono verso l’inevitabile finale, si rimane spiazzati.
In una sola ora si passa da situazioni di relativa tranquillità ad estremo pericolo, a nuova tranquillità per poi accelerare nuovamente verso il finale. Personaggi vengono introdotti e subito dimenticati, vittime di una trama che marcia ad un ritmo forsennato.
Questa è la ragione principale per cui non ho la minima idea di cosa aspettarmi dall’ottavo ed ultimo episodio di questa prima stagione. Qualsiasi finale sembrerà inevitabilmente affrettato e non meritato. Una conclusione improvvisa ad un turbinio di eventi soltanto debolmente collegati.
Da questo penultimo episodio sorge inevitabilmente una domanda. Vedendo come la posta in palio si stia alzando per tutti i protagonisti viene da chiedersi: perché lo stanno facendo? I protagonisti sono ancora gli stessi ragazzi partiti dai Due Fiumi sette episodi fa.
Sono stati sballottati da una parte all’altra di questo mondo senza una precisa motivazione che li spingesse a continuare. Per dare un senso a questo continuo vagare senza una meta precisa, l’ultimo episodio dovrà fare miracoli.