Una volta all’anno arriva il momento in cui il governo degli USA rischia di chiudere. È il momento in cui il Congresso si ritrova a dover alzare il tetto di spesa dello stato, in modo da poter continuare a pagare i dipendenti pubblici.

Nelle due camere del parlamento americano si fanno quindi strada i Must Pass Bills, leggi che devono passare altrimenti lo stato smette di funzionare. Le battaglie politiche attorno ai testi di queste leggi sono sempre molto aspre, e sta volta ci va di mezzo anche il copyright su internet. 

Con una procedura familiare a chi segue la politica italiana infatti, il senatore repubblicano  Thom Tillis ha attaccato a questa legge una sua battaglia personale che probabilmente, se presentata come legge a sé stante, non vedrebbe mai la luce.

La legge è semplice: inasprire le pene per violazione di copyright su internet portando il reato da civile, punibile quindi al massimo con una multa, a penale. La legge rivolge particolare attenzione ai contenuti video in diretta, gli streaming, che di recente sono finiti in mezzo alla bufera per le infrazioni del DMCA.

Una legge simile sarebbe un disastro non solo per YouTube, ma soprattutto per Twitch la cui quasi interezza delle trasmissioni è in violazione del DMCA. I videogiochi infatti non potrebbero essere trasmessi ad un pubblico a fini commerciali se non sotto licenza.

Nessuno al momento se ne lamenta solo perché il ritorno di pubblicità che le software house ne ricavano è maggiore del danno economico che subiscono. Ma in caso la violazione di copyright diventasse reato penale, molte cose potrebbero cambiare.

Questa legge nasce nel contesto di un’altro pacchetto di norme molto criticato, il CASE act. Questa legge istituirebbe una sorta di corte speciale per regolare le questioni di copyright. Molte associazioni statunitensi hanno già protestato contro questo pacchetto, che vede però l’appoggio delle grandi multinazionali coinvolte nella distribuzione di film e musica.

Anche se può sembrare che le leggi americane non ci tocchino, la realtà è più complicata di così. Per prima cosa tutti i grandi siti di streaming di videogiochi sono americani, e quindi potrebbero ricevere colpi molto duri da questa legge. Secondo spesso gli USA fanno scuola per quanto riguarda le normative di copyright, e il resto del mondo copia o adatta le leggi americane.

La legge non è ancora passata. Possiamo solo sperare che le proteste delle associazioni fermino il provvedimento prima che la legge di bilancio veda la luce.