Nel corso degli anni i giocatori sono stati abituati a vedere Nintendo come un’azienda diversa dalle altre, almeno dal punto di vista comunicativo. Tramite i Nintendo Direct molti di noi si sono affezionati alle figure di Satoru Iwata, Shigeru Miyamoto e – nel caso di Nintendo of America (NoA) – Bill Trinen e Reggie Fils-Aime.

Col tempo le cose sono cambiate, soprattutto dopo la morte di Iwata e l’addio di Reggie dalla poltrona di CEO in favore di Doug Bowser, con l’azienda che ha iniziato ad intraprendere una strada molto meno amichevole e in contraddizione con ciò che il già citato Big Time Reggie aveva instaurato nel corso degli anni. Nel caso di Nintendo of America, l’intera situazione attorno a Super Smash Bros. Melee e la sua community ne sono un esempio lampante.

Ebbene, secondo un nuovo report pubblicato da IGN e che nelle ultime ore sta facendo il classico giro del web, il malcontento si sarebbe esteso anche all’interno degli uffici di NoA.

All’interno dell’articolo, l’autrice Kat Bailey cerca di rappresentare a parole la dicotomia della Cultura del Lavoro presente all’interno del quartier generale americano della “Grande N”, azienda che nel 2021 ha visto una percentuale di turnover (abbandoni) tra i propri dipendenti a tempo pieno pari al 4,7%, ma che allo stesso tempo fa fatica a convertire o mantenere i propri lavoratori a tempo determinato oltre il primo anno.

A supporto di questo scenario, l’articolo mette in risalto le testimonianze di diversi ex-lavoratori (contractors), insoddisfatti della propria esperienza e accusando Nintendo of America di averli trattati come dipendenti di Serie B rispetto ai dipendenti a tempo pieno, che godrebbero di privilegi e agevolazioni superiori come il poter partecipare ad eventi speciali, il facilitato accesso a strutture interne come il Café Mario o semplicemente il non esser sgridati per una semplice “pausa al gabinetto”.

“Lavorare per Nintendo (tempo determinato per 3+ anni) è stata una delle esperienze più stressanti e terribili della mia vita. I colleghi erano fantastici, ma ero costantemente sotto pressione e con la paura di esser cacciato anche solo per piccolezze come andare in bagno o essere imbottigliato nel traffico per 2 minuti di troppo.”

Insomma, sembra che all’interno di Nintendo of America ci sia una netta disparità tra le due categorie di lavoratori, con quest’ultima che vada oltre le semplici differenze di durata o paga. La vicenda è arrivata alle orecchie dello stesso Reggie Fils-Aime che, intervistato dal Washington Post in occasione dell’imminente rilascio del suo libro Disrupting the Game, From the Bronx to the Top of Nintendo ha commentato con:

“Ho letto le testimonianze e leggendo i report ho constatato che questa non è la Nintendo che ho lasciato. Nel mio periodo alla guida di NoA ho sempre cercato di costruire un ambiente di lavoro sano, ero famoso per organizzare dei pranzi con i dipendenti ogni due mesi e ai quali erano invitati sia i nostri soci (a tempo determinato) partecipavano al pari dei colleghi a tempo pieno. Non facevamo distinzioni.”

Come se non bastasse, nelle scorse settimane sia Nintendo of America che Aston Carter – una delle aziende che gestiscono le assunzioni per NoA – si sono ritrovate nell’occhio del ciclone per aver ricevuto una denuncia alla National Labour Relations Board. Secondo la testata Axios infatti, al dipendente (rimasto anonimo) sarebbero stati negati alcuni dei suoi diritti fondamentali da lavoratore, primo fra tutti la possibilità di sindacalizzarsi, venendo addirittura sollevato dal suo incarico.

Cosa ne pensate? Al momento Nintendo of America non ha risposto alle accuse sollevate da IGN, ma è chiaro che – nel caso queste ultime si rivelassero vere – l’immagine dell’azienda subirebbe un duro colpo, anche agli occhi dei fan più accaniti.