Dopo il disastroso annuncio nel 2018, tutti i memini, le proteste e la caduta nell’oblio durante la pandemia, Diablo Immortal è finalmente uscito su Android e iOS spaccando – chi l’avrebbe mai detto – l’opinione della community attorno alla serie hack ‘n slash di Blizzard.

Se dal punto di vista del gameplay, tutto ciò che ha reso Diablo quello che è oggi è stato egregiamente trasportato su smartphone e tablet, con una resa tecnica e grafica di alto livello. Lo stesso non si può dire se si parla del suo bilanciamento, figlio di un modello di business che purtroppo è presente nella maggior parte dei giochi online: il Pay to Win.

Diablo Immortal Activision Blizzard Bilanciamento Pay to Win

Partendo dalla presenza di ben 3 valute di gioco diverse (Oro, Platino e Sfere Eterne), il gioco mette subito in chiaro il grosso investimento di tempo che il giocatore dovrà intraprendere durante le sue sessioni di gioco, soprattutto per quanto riguarda il potenziamento dei personaggi giocabili una volta raggiunto l’endgame. E nel caso non si voglia o non si abbia il tempo per questo, entrano in gioco le classiche microtransazioni invasive.

Tuttavia, secondo un report del canale YouTube Bellunar News, l’investimento risulterebbe particolarmente esoso. Secondo i loro calcoli, il potenziamento di un singolo personaggio di Diablo Immortal fino al suo massimo potenziale richiederebbe un investimento che va dai 40.000 ai 110.000 dollari. Questo grazie all’acquisto delle classiche loot boxes, gli unici oggetti in grado di contenere i materiali necessari per effettuare questa procedura fino in fondo.

“Non stanno neanche facendo finta di non sapere. Questo è un gioco sul quale le loro balene (whales, gergo utilizzato nei Pay to Win ndr.) butteranno soldi fin dal primo giorno”

Questo ha portato ad uno sbilanciamento della modalità PvP del gioco, dove i giocatori Freemium vengono quotidianamente asfaltati dai giocatori in grado di sostenere i costi Premium delle microtransazioni di Diablo Immortal. E ovviamente, una situazione del genere non poteva che causare una risposta dura da parte della community attraverso uno dei canali più popolari per quanto riguarda i feedback: Metacritic.

Al momento della scrittura di questo articolo, Diablo Immortal è uno dei giochi Blizzard con il voto dell’utenza più basso di sempre, con un punteggio totale di 0.8.

Insomma, alla fine della fiera tutte le preoccupazioni e le critiche mosse verso Diablo Immortal già nel 2018 si sono concretizzate. Voi cosa ne pensate? Le possibilità che Blizzard possa (o addirittura voglia) fare marcia indietro sono minime? Oppure forse no?